L’attrice, diceva Ferreri, è «un corpo nello spazio»: proprio per questa sua visione “materica” dell’interprete, il regista milanese è stato tra i pochi a rendere giustizia alle peculiarità del corpo attoriale di Francesca Rivelli, in arte Ornella Muti, al loro incontro appena ventenne ma già diva.

Ornella Muti, Gérard Depardieu
L'ultima donna (1976) Ornella Muti, Gérard Depardieu

Ferreri fece di lei (anche in Storie di ordinaria follia e Il futuro è donna) il simbolo di un femminile vitale da contrapporre al maschio insalvabile e fallocentrico, qui incarnato da un Depardieu sempre nudo e affamato, versione sovradimensionata del bebè. E lei, Ornella, è corpo materno e accogliente, pervaso di un erotismo passivo, docile, che Ferreri filma sfruttando la naturale opacità della sua interprete, il suo imperturbabile posizionarsi nell’inquadratura senza muoversi.

Ornella Muti
L'ultima donna (1976) Ornella Muti

Muti abita il personaggio con la consueta mancanza di sforzo, con sensuale arrendevolezza, imponendo nel film null’altro che la sua pura presenza, «un bagliore d’occhi e una tumescenza di forme» (Stefano Reggiani). Valeria è carne, seni pieni, sesso scoperto, labbra occupate da pelle, cibo, sangue; ma, così statica e bella, è anche un’immagine, bidimensionale come la foto in cui Giovanni cerca di catturarla, intoccabile come la Marilyn su un cartellone. E dunque è inconoscibile, incomprensibile: l’uomo non la capisce, la sua disperata scelta finale è frutto della frustrazione che il corpo di lei, inappagabile, gli arreca.

Autore

Ilaria Feole

Ilaria Feole è nata nell’anno di Il grande freddo, Il ritorno dello Jedi e Monty Python – Il senso della vita e tutto quello che sa l’ha imparato da questi tre film. Scrive di cinema e televisione per Film Tv e Spietati.it. È autrice della monografia Wes Anderson - Genitori, figli e altri animali edita da Bietti Heterotopia.

Il film

locandina L'ultima donna

L'ultima donna

Drammatico - Italia/Francia 1976 - durata 108’

Regia: Marco Ferreri

Con Gérard Depardieu, Ornella Muti, Michel Piccoli, Renato Salvatori