Quando si dice lo star power: per il ruolo del protagonista, Dino De Laurentiis aveva scelto Warren Beatty, con Peter Yates alla regia; ma l’attore tergiversava e il produttore optò invece per Redford. Il quale accettò, a patto che a dirigere fosse Sydney Pollack (la loro quarta di sette collaborazioni). De Laurentiis pur di tenersi il divo elargì a Yates l’intero compenso dovuto (200 mila dollari): avere Redford, volto carismatico del cinema civile a stelle e strisce, li valeva tutti.

Portatore sanissimo di valori liberal dentro e fuori lo schermo, la star era al picco del suo potenziale al box office, perfetto per dare allo sventurato agente Condor umanità e fascino da vendere. Pure troppo: del suo ruolo di “ostaggio” Faye Dunaway disse che «l’idea di essere rapita e malmenata da Robert Redford era tutt’altro che spaventosa». Come darle torto? Solo Redford potrebbe scappare per le strade di New York riuscendo a sembrare un modello di Ralph Lauren e mantenendo divina la zazzera bionda.

Il costumista Joseph G. Aulisi elevò a potenza l’innata eleganza di Redford e l’erotica nonchalance con cui il suo solido fisico californiano si cala in ogni situazione, usando solo i pochi indumenti consentiti a un uomo in fuga per 72 ore: blazer a spina di pesce, cappotto col bavero alzato, jeans e occhiali Aviator, sapientemente giostrati per mutare il mite analista in abile spia, hanno fatto del Condor un’icona.

Il film
I tre giorni del Condor
Spionaggio - USA 1975 - durata 120’
Titolo originale: Three Days of the Condor
Regia: Sydney Pollack
Con Robert Redford, Faye Dunaway, Cliff Robertson, Max Von Sydow, Addison Powell, Walter McGinn
in streaming: su Infinity Selection Amazon Channel
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