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La Tamburina - The Little Drummer Girl

1 stagioni - 6 episodi vedi scheda serie

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La recensione su La Tamburina - The Little Drummer Girl

di mck
8 stelle

“Sono un’Attrice”, ovvero: Benvenuti sul Palcoscenico della Realtà.

 

Germania Ovest, 1979.
Ed è subito un profluvio di lampade Space Age da collezione.

 

“Credi di poter cambiare il mondo. Dimenticatelo. I tuoi amici inglesi lo hanno già fatto.”

 

 

Chan-wook Park all’eccellente regìa [in questi 6 episodi da poco meno di un’ora l’uno si respira aria - risonanza stilistica & formale - di “Bakjwi/Thirst”, “Stoker” e “Agassi” (in attesa di "Decision to Leave") piuttosto che (nell'unica accezione del termine: quella disgiuntiva) della Trilogia della Vendetta, con panoramiche a schiaffo A/R montate su carrello, zoomate lente & veloci, focali corte ad inserire i personaggi negli ambienti interni e medie ad integrarli nei paesaggi esterni] e Michael Lesslie & Claire Wilson (qui alla loro prima prova importante da “solisti in coppia”) alla calibratissima e stratificata sceneggiatura rispettano l’humor, la ferocia, lo spaesamento e l’overlook onnisciente in sottrazione, oltre a una certa “compassione” per l'umano, di John le Carré, qui produttore esecutivo (insomma: ha partecipato alla realizzazione - anche fisicamente, con un cameo, nei panni di un anziano cameriere di un bar all’aperto - e non l’ha ripudiata), che…

 

– già David John Moore Cornwell [1931-2020, al servizio di Her Majesty negli anni ‘50 e ‘60 per il Security Service (MI5) e il Secret Intelligence Service (MI6), 26 romanzi e qui in un cameo come cameriere], e di recente cittadinanza irlandese in protesta contro la Brexit (i politici e i cittadini inglesi, e sottolineo e ribadisco inglesi, non, generalmente, britannici, o, tipo, più specificatamente, che so, scozzesi) –

 

…se deve martellare israeliani o palestinesi (qual è il metodo migliore per ammazzare bambini senza indignare troppo l’opinione pubblica: far esplodere terroristiche bombe al plastico in centro città - per colpire studiose ebree che professano la pace - o lanciare sionistici missili contro casupole di pietra e lamiera - per colpire nel mucchio - con gli IAI Nesher S?) non ha alcun dubbio: dare addosso agl’inglesi.

 


- Charlie, tu hai qualche problema con gli ebrei? Eticamente, culturalmente, politicamente. Abbiamo un cattivo odore, o forse un modo sbagliato di stare a tavola?
- No! Ma che cosa stupida!
- Ah! Splendido! Quindi posso stare tranquillo che tu non ti butterai dalla finestra o vomiterai nel caso ti dicessi che noi siamo anche cittadini di Israele.
- Nell’eventualità ce l’avresti un secchio?

Il piacere e l’amore come “antidoti” alla morte: Charmian “Charlie” Ross fa il suo debutto nel Teatro del Reale.

- Io sono un’attrice
- Quindi non c’è niente in cui credi.

 


Florence Pugh, agl’inizi di carriera, non ancora ventiduenne (1996; the Falling, Lady Macbeth, Midsommar, Little Women, Don't Worry Darling, the Wonder, A Good Person, Oppenheimer, Dune: Part Two), rivaleggia per ponderata cazzimma con quel mostro di bravura ch’è Michael Shannon (1974; Bug, BoardWalk Empire, ShotGun Stories, “My Son, My Son, What Have Ye Done?”, Take Shelter, Mud, MidNight Special, Salt and Fire, the Shape of Water, Amsterdam, e da una dozzina d'anni nel radar di chi scrive) e con mica cotiche Alexander Skarsgård (1976; True Blood, Melancholia, War on EveryOne, the NorthMan, Infinity Pool). Con loro Simona Brown ("Kiss Me First"), Michael Moshonov, Jeff Wilbusch, Clare Holman, Kate Sumpter, Daniel Litman, Lubna Azabal, Charif Ghattas, Alessandro Piavani, Amir Khoury, Gennady Fleyscher, Alexander Beyer, Max Irons, Katharina Schüttler, Adel Bencherif, Mark Stanley, Ricki Hayut, Iben Akerlie, Bethany Muir e Charles Dance ("Game of Thrones").

 

Reparto tecnico-artistico in versione “meglio di sé” spronato e sfruttato al meglio dal regista: fotografia di Woo-hyung Kim, montaggio di Fiona DeSouza & Michael Harrowes e musiche di Jo Yeong-wook. Producono e distribuiscono BBC/AMC.

 


«...che cosa ci fa lei con noi e perché è stata trascinata qui in una maniera cosi tortuosa e così poco cerimoniosa. Glielo dico subito. La ragione, Charlie, è che vogliamo offrirle un lavoro. Un lavoro d'attrice.»
Aveva finalmente superato la tempesta e dal suo largo sorriso era chiaro che lo sapeva. La sua voce era divenuta lenta e ponderata, come se stesse annunciando numeri dei fortunati vincitori. «La parte più grossa che lei abbia mai avuto in vita sua, la più impegnativa, la più difficile, e certo la più pericolosa e la più importante. Io non faccio questione di soldi. Soldi può averne a profusione, non c’è problema, non ha che da dire una cifra.» Il suo grosso avambraccio spazzò via qualsiasi considerazione d’ordine finanziario. «La parte per cui abbiamo pensato a lei, Charlie, tiene conto di tutte le sue capacità umane e professionali. Del suo spirito. Della sua ottima memoria. Della sua intelligenza. Del suo coraggio. Ma anche di quella umanità cui alludevo poc’anzi. Del suo calore. Noi l’abbiamo scelta, Charlie. Le abbiamo affidato la parte. Abbiamo esaminato un campionario vastissimo, candidate di molti Paesi. Ma alla fine ci siamo fermati su di lei ed è per questo che lei è qui. Tra i suoi fan. Tutti quelli che sono in questa stanza l'hanno vista recitare e tutti l'ammirano. Perciò chiariamo subito in quale clima ci troviamo. Da parte nostra non c’è ostilità. C'è affetto, c'è ammirazione, c'è speranza. Ci ascolti. Come ha detto il suo amico Joseph, noi siamo brave persone, esattamente come lei. Noi la vogliamo. Abbiamo bisogno di lei. E fuori di qui c'è gente che avrà bisogno di lei ancor più di noi.»

 

John le Carré (David Cornwell) - “the Little Drummer Girl” - 1983 (traduzione di Ettore Capriolo, Mondadori, Omnibus, 1983).

 


Provini per la Fortezza Europa, con tappa in un campo profughi & d’addestramento palestinese e in un compound sionista da buen retiro prima di fare ritorno nel nido d’amore berlinese.

 

“Sono un’Attrice”, ovvero: Benvenuti sul Palcoscenico della Realtà.

Romantico, divertente, spietato, travolgente.

* * * * (¼) – 8.25

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Addenda. (Con una Porno-Mappa!)     
Tutti i popoli e le genti che il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord (e le sue versioni precedenti, dalla Compagnia delle Indie al Commonwealth delle Nazioni) ha invaso, saccheggiato, occupato, depredato, colonizzato, sfruttato, vassallizzato, razziato, posseduto.
(Spoiler: si salvano, tipo, per lo più data lassenza d'approdi, la Bolivia, il Paraguay e la Mongolia, e, per modo di dire, la Polonia, già affollata di Napoleoni "liberatori" e di Kaiser/Führer e Zar/Soviet sterminatori.)

Stuart Laycock - “All The Countries We’ve Ever Invaded: and the Few We Never Got Round To” - 2012 

 

[By @r/MapPorn. Cliccare sulla mappa per ingrandirla.]
  
Nota.
Ad esempio... Il Regno d’Italia Fascista è stato invaso dagli Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale (l’operazione Husky dello sbarco in Sicilia).                 

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