Film come stato della mente nella mente di sette cineasti che non fanno sconti all'immagine come ente pensante e significante. Neanche la Coppola lo fa, adesso che ha imparato a mandare e mantenere il film in sospensione lisergica di colori profumi costumi, nella scenografia senza eredi di Versailles. Con Marie-Antoinette la Coppola acquista l'autorialità, nonostante The vergin suicides e Lost in translation siano dei buoni film, ma tutt'altro che Notevoli. Marie-Antoinette potrebbe sfiorare e oltrapassare il Notevole. Allora per la mdp non ci sarebbe più appiglio, più scampo in un terreno minato fatto di scogli e maglie sulfuree. L'immagine non mente mai, il lavoro sui costumi rende l'action un ente stabile, manomettibile dalla regia della Coppola che può indisturbata indagare e pregiare/sfregiare l'immagine di Marie-Antoinette sulla Dunst che ne assume il ruolo in totale mimesi con il suo personaggio ,riflettendo quello dell' autrice: una simbiosi, in coppia, con cui l'immagine acquista il "doppio" che gli spetta, la regia supera, converge limitrofa il furore della sua effervescenza. Fabrizio Tassi su Cineforum ha parlato di "Cinema gassoso". Non è una definizione del tutto iniqua. Nasconde un fondo di verità.
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