Rudolf Höss, comandante di Auschwitz, e la moglie Hedwig si impegnano per costruire la vita che sognavano per la loro famiglia, nel piccolo idillio di una casa con giardino costruita appena accanto al campo. Premiato per il suo lavoro nell'organizzazione di Auschwitz, compresa la costruzione di un nuovo crematorio più efficiente, Höss viene promosso a vice ispettore di tutti i campi di concentramento del Reich e dovrà trasferirsi a Oranienburg, vicino a Berlino. Si oppone inutilmente e nasconde la notizia a Hedwig per diversi giorni. Hedwig, profondamente affezionata alla loro casa, lo prega di convincere i suoi superiori a lasciare restare lei e i bambini, e la richiesta viene accolta. Dopo alcuni mesi di lavoro a Berlino, Höss viene incaricato di dirigere un'operazione a lui intitolata che trasporterà 700.000 ebrei ungheresi ad Auschwitz per essere uccisi. Il gerarca può tornare a vivere con la famiglia nella sua casa perfetta.
Jonathan Glazer dirige un film cupo ed ovattato sulla banalità del male con una fotografia spettacolare di
Lucas Szal Steven Spielberg lo ha definito dopo il suo “Schindler list” il miglior film sull’olocausto. La zona di interesse un film comunque obbligatorio.
Mors tua vita mea, insomma niente di nuovo sotto il sole. In fondo, già si sapeva che la maggioranza delle persone diventa insensibile alle disgrazie altrui. Lo vediamo tutti i giorni.
Chissà se fra qualche anno faranno un film sul genocidio della Palestina. Ne dubito.
Devo dire la verita' con molto rammarico perche' il film mi ha parzialmente deluso.....semplicemnete perche' non mi ha coinvolto come mi aspettavo.Ho dovuto cercare emozioni che alla fine erano esterne al movente principale....non mi sono bastati i suoni i rumori le indifferenze dei protagonisti (gravi).Forse troppo sopravvalutato....
Il film ci fa sentire l'orrore ( nei rumori cupi dei forni, nelle urla e spari oltre le mura del campo),ci mostra l'indifferenza della famiglia tedesca che vive la sua felicità egoistica, la fredda mente del burocrate che pianifica la morte. Le fiabe e la storia della bambina polacca sono filmate in negativo ,il bene che fine ha fatto? Angosciante
Ben rappresentato il nostro essere disinteressati alle tragedie e agli orrori che non ci coinvolgono direttamente. Oppure si è complici perché deciso dall’alto. Di sicuro impatto emotivo ma poco approfondito. Non penso che abbia meritato l’Oscar come miglior film straniero, al posto di "Io capitano" di Garrone.
Che delusione! Il film è concentrato a dimostrare l'insensibilità delle SS (sai che novità) e delle loro famiglie, ma non c'è alcuna storia o trama da raccontare e che si dipana. E' davvero tutto lì. Non capisco vermanete tanto entusiasmo. Voto: 4
Campo. La ragazzina col vestito infrarosso che scava nel mucchio dell'umano concime per nascondervi calorie. Controcampo. L'utile idiota in giardino a isolare le cuscute migliori. Fuoricampo. Szmul Zacharias, che ascolta gorgogliare il ribollente Prato di Primavera. (Gli umanoidi di Under the Skin hanno vinto e dominano il mondo facendone macello.)
«Pensa che mi chiamano la regina di Auschwitz. Eh, ci credo, d'altronde guardati attorno!»
Vero, attorno è tutto un fiore. Peccato per quel muro grigio che disturba il panorama. In più quelli non stanno zitti un attimo, se almeno educassero i loro figli a non lamentarsi troppo!
Hannah Arendt all'ennesima potenza!!!
Il quarto film di Glazer è uno dei più significativi e originali mai realizzati sulla Shoah. Sovrapponendo efficacemente gli apparati auditivi e visivi, fa percepire col sonoro lo straziante orrore negato allo sguardo e alle proprie coscienze; e con le agghiaccianti suggestive immagini la sconvolgente indifferenza e oscurità dell’Uomo. Memorabile.
Purtroppo (o per fortuna?) l'operazione cinematografica riesce così bene che alcuni spettatori non si angosciano affatto! Come se anche noi spettatori, al pari del comandante Höss e della sua famiglia, fossimo protagonisti e comparse della banalità del male.
Voto: 7-
In The Zone of Interest, lo sterminio e le torture non si vedono, tuttavia si respirano in ogni fotogramma, evocati dai rumori sinistri che di tanto in tanto si stagliano, sotto la forma di uno score acido, su immagini a schermo interamente nero (come al morte) o rosso porpora (come il sangue).
Lo sguardo – il medio-periferico campo visivo binocular-frontale umano copre all’incirca 120° sul piano dell’ascissa e poco di meno sulla verticale dell’ordinata – si può stornare con relativa discrezione dettata da una parte dalla vergogna e dall'altra da opportunismo e convenienza, aiutandosi anche con altri 90° per lato messi a… leggi tutto
La zona d’interesse non è solo quella inquadrata in lungo e largo da Glazer. É soprattutto quella confinante, che racchiude un campo di concentramento tra i più feroci ed “efficienti” dell’ultima guerra mondiale, zona dalla quale emerge solo un sonoro di morte, spari isolati, gemiti, urla e ciminiere che bruciano corpi esalando fumo nero… leggi tutto
Come volevasi dimostrare "La Zona di interesse" è un capolavoro, indiscusso e indiscutibile senza se e ma, a scatola chiusa dato l'argomento e sulle copertine delle riviste specializzate, per convalidare questo viene pure menzionato il primo film di Glazer di 10 anni fa, come tra i più importanti degli anni '10 con la solita supercazzola "dell'interpretazione dell'esistente e della… leggi tutto
La zona d'interesse Gran Bretagna/Polonia 2023 la trama: “La Zona d’interesse" è la storia di una famiglia tedesca in apparenza normale che vive in una bucolica casetta con piscina annessa, una quotidianità fatta di gite in barca, il lavoro in ufficio del padre, le colazioni della moglie con le amiche, le domeniche dedicate alla pesca al fiume. Peccato che…
In una settimana alquanto loffia sotto il profilo degli incassi è Back to Black a realizzare il miglior incasso del week end. Il biopic diretto da Sam Taylor-Johnson, che si era già occupata del giovane…
È un lunedì dalle poche novità questo 15 aprile. Era chiamato l’esordio in prima posizione di Ghostbusters: Minaccia glaciale, con un incasso di circa 880 mila euro su 430 proiezioni. Il…
La "Shoah" è ormai "genere cinematografico" a parte, viste le innumerevoli pellicole che ce l'hanno raccontata. Chiaramente lo spettro della qualità dei film in proposito, varia molto, dal capolavoro, per me definitivo, di Spielberg a cosacce strappalacrime e zuppe di retorica. Mancava, forse, un film "banale" come questo, una visione esterna e raggelante su ciò che è…
Podio senza new entry per questa settimana. Un mondo a parte di Riccardo Milani con quasi 4 milioni e mezzo (650 schermi) scala fino al vertice e guida la classifica, attestandosi già come uno dei grandi…
Rudolf Hoess è un gerarca nazista che lavora dentro al campo di concentramento di Auschwitz; con la famiglia vive in una bella casa proprio accanto al lager, conducendo una vita praticamente idilliaca. Quando viene mandato a lavorare vicino a Berlino, Rudolph lascia moglie e figli nell'appartamento, con grave disperazione sia per loro che per l'uomo. Fortunatamente il gerarca qualche mese…
Proprio a un anno da cui è venuto a mancare Martin Amis, scrittore e saggista britannico autore del romanzo omonimo da cui è tratto il film, La Zona d’interesse arriva nelle sale italiane dopo la presentazione in concorso al Festival di Cannes, dove ha vinto il Gran premio speciale della giuria, e pochi giorni prima della preventivata (scontata?) vittoria agli Oscar come…
Quando si dice che la Pasqua cade bene, per gli incassi. Basta qualche giorno di festa - posizionato un po' troppo presto nel calendario perché si trasformi in una vacanza di mare - insieme a una manciata di…
In una settimana in cui le cose vanno come devono andare - con Kung Fu Panda 4 che si impossessa della prima posizione, Dune: Parte due che tiene botta e si avvicina ai dieci milioni di euro, May December di Todd…
Avevamo la Banalità del male. Ora, sullo stesso tema, abbiamo la Banalità della banalità.
Un vero fiasco estetico. Incredibile – ma in realtà assai sospetto - che abbia potuto vincere dei premi. E quali premi, per chi lavora al cinema!
Lo spunto è sicuramente interessante: la disinvoltura del nazista nel farsi problemi grossi solo su aspetti, anche…
La Zona d’interesse è indubbiamente un capolavoro, non solo perché rinnova (e ve ne è sempre l’urgenza) la memoria dell’olocausto, che dovrebbe mettere in guardia l’umanità dal ripetersi di certi orrori disumani, ma perché è un film pieno di idee originali proprio dal punto di vista cinematografico.
E’ un’opera che…
Nessun grande sconvolgimento per il box office della settimana che vede ancora dominare Dune: Parte due (il secondo capitolo della saga dovrebbe raggiungere i 10 milioni a breve) e La zona d’interesse…
Che delusione! Dopo aver letto molte recensioni entusiastiche, mi sono approcciato a questo film con la convinzione che fosse un lavoro importante e imperdibile... Invece mi sono reso conto che, nonostante sia tratto da un libro, non c'è nessuna storia da raccontare! Il film rimbomba per quanto sia vuoto (a parte i rumori infernali che però di per se non mi bastano per…
Chiudete gli occhi. Voci confuse, urla, nero. Poi rosso, bianco, ancora rosso e infine di nuovo nero. Squarci di colore sullo schermo. Improvvisi, abbacinanti o tetri. La zona d'interesse è un film da ascoltare. I dialoghi asettici, quotidiani, i burocrati del Terzo Reich che pianificano le camere a gas di Auschwitz come se si trattasse di una gita scolastica, la moglie (Hüller) di…
La zona d’interesse non è solo quella inquadrata in lungo e largo da Glazer. É soprattutto quella confinante, che racchiude un campo di concentramento tra i più feroci ed “efficienti” dell’ultima guerra mondiale, zona dalla quale emerge solo un sonoro di morte, spari isolati, gemiti, urla e ciminiere che bruciano corpi esalando fumo nero…
Treni frettolosi in arrivo, latrati, spari, urla disperate, ordini impartiti con ferocia. Nel sottofondo il rumore costante del fuoco che arde. “The zone of interest” supera il significato preciso di film. Non più arte visiva che rappresenta per immagini una storia bensì un gruppo di suoni che escono da una scatola di filo spinato e guardie inamidate.…
Sebbene non sia stato un fine settimana esplosivo in termini generali, almeno non raffrontandolo agli stessi weekend pre-pandemia, ci sono almeno tre cose interessanti all'interno della lista degli incassi di questa…
Credo che ormai tutti sappiano che si tratta di un film su Auschwitz, che guarda però il campo di sterminio da un'altra angolazione, quella delle famiglie che vivevano dall'altra parte del muro. Ecco, appena ho saputo l'argomento ho facilmente immaginato quasi tutto quello che poi ho effettivamente visto al cinema: famiglie più o meno felici, bambini che…
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Commenti (19) vedi tutti
Jonathan Glazer dirige un film cupo ed ovattato sulla banalità del male con una fotografia spettacolare di Lucas Szal Steven Spielberg lo ha definito dopo il suo “Schindler list” il miglior film sull’olocausto. La zona di interesse un film comunque obbligatorio.
leggi la recensione completa di claudio1959Mors tua vita mea, insomma niente di nuovo sotto il sole. In fondo, già si sapeva che la maggioranza delle persone diventa insensibile alle disgrazie altrui. Lo vediamo tutti i giorni. Chissà se fra qualche anno faranno un film sul genocidio della Palestina. Ne dubito.
commento di gruvierazDevo dire la verita' con molto rammarico perche' il film mi ha parzialmente deluso.....semplicemnete perche' non mi ha coinvolto come mi aspettavo.Ho dovuto cercare emozioni che alla fine erano esterne al movente principale....non mi sono bastati i suoni i rumori le indifferenze dei protagonisti (gravi).Forse troppo sopravvalutato....
commento di ezioIl film ci fa sentire l'orrore ( nei rumori cupi dei forni, nelle urla e spari oltre le mura del campo),ci mostra l'indifferenza della famiglia tedesca che vive la sua felicità egoistica, la fredda mente del burocrate che pianifica la morte. Le fiabe e la storia della bambina polacca sono filmate in negativo ,il bene che fine ha fatto? Angosciante
commento di alfbesterA me non e' sembrato un gran film, dobbiamo lavorare con l'immaginazione e estrapolare sentenze dai discorsi a volte noiosi, non merita il nobel
commento di poeta9491 1Ben rappresentato il nostro essere disinteressati alle tragedie e agli orrori che non ci coinvolgono direttamente. Oppure si è complici perché deciso dall’alto. Di sicuro impatto emotivo ma poco approfondito. Non penso che abbia meritato l’Oscar come miglior film straniero, al posto di "Io capitano" di Garrone.
commento di iroChe delusione! Il film è concentrato a dimostrare l'insensibilità delle SS (sai che novità) e delle loro famiglie, ma non c'è alcuna storia o trama da raccontare e che si dipana. E' davvero tutto lì. Non capisco vermanete tanto entusiasmo. Voto: 4
leggi la recensione completa di ForestOneCampo. La ragazzina col vestito infrarosso che scava nel mucchio dell'umano concime per nascondervi calorie. Controcampo. L'utile idiota in giardino a isolare le cuscute migliori. Fuoricampo. Szmul Zacharias, che ascolta gorgogliare il ribollente Prato di Primavera. (Gli umanoidi di Under the Skin hanno vinto e dominano il mondo facendone macello.)
leggi la recensione completa di mck«Pensa che mi chiamano la regina di Auschwitz. Eh, ci credo, d'altronde guardati attorno!» Vero, attorno è tutto un fiore. Peccato per quel muro grigio che disturba il panorama. In più quelli non stanno zitti un attimo, se almeno educassero i loro figli a non lamentarsi troppo! Hannah Arendt all'ennesima potenza!!!
commento di pippusMa quale capolavoro! Suvvia. Un film di una noia mortale e più furbo di mille volpi messe assieme. Comunque, è vero che la volpe è furba?
leggi la recensione completa di 79DetectiveNoirIl quarto film di Glazer è uno dei più significativi e originali mai realizzati sulla Shoah. Sovrapponendo efficacemente gli apparati auditivi e visivi, fa percepire col sonoro lo straziante orrore negato allo sguardo e alle proprie coscienze; e con le agghiaccianti suggestive immagini la sconvolgente indifferenza e oscurità dell’Uomo. Memorabile.
commento di Antonio_MontefalconeUn film che diventa un’installazione artistica dell’orrore
leggi la recensione completa di siro17Se Schindler's list toccava il cuore e Il pianista toccava l'anima La zona d'interessa li penetra e li spezza.
leggi la recensione completa di imperiormax89Purtroppo (o per fortuna?) l'operazione cinematografica riesce così bene che alcuni spettatori non si angosciano affatto! Come se anche noi spettatori, al pari del comandante Höss e della sua famiglia, fossimo protagonisti e comparse della banalità del male. Voto: 7-
leggi la recensione completa di andenkoBellissimo, struggente e tremendo.
leggi la recensione completa di Carlo CerutiSuper angosciante - troppo concettuale
commento di LordClamOltre il giardino c’era Auschwitz.
leggi la recensione completa di yumeLa banalità del male
leggi la recensione completa di unicorno22In The Zone of Interest, lo sterminio e le torture non si vedono, tuttavia si respirano in ogni fotogramma, evocati dai rumori sinistri che di tanto in tanto si stagliano, sotto la forma di uno score acido, su immagini a schermo interamente nero (come al morte) o rosso porpora (come il sangue).
leggi la recensione completa di pazuzu