Espandi menu
cerca
La zona d'interesse

Regia di Jonathan Glazer vedi scheda film

Recensioni

L'autore

lamettrie

lamettrie

Iscritto dal 20 giugno 2013 Vai al suo profilo
  • Seguaci 6
  • Post -
  • Recensioni 606
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su La zona d'interesse

di lamettrie
3 stelle

Avevamo la Banalità del male. Ora, sullo stesso tema, abbiamo la Banalità della banalità.

Un vero fiasco estetico. Incredibile – ma in realtà assai sospetto - che abbia potuto vincere dei premi. E quali premi, per chi lavora al cinema!

Lo spunto è sicuramente interessante: la disinvoltura del nazista nel farsi problemi grossi solo su aspetti, anche risibili, della propria carriera, del proprio tornaconto e del proprio tenore di vita già elevato, quando di fianco muoiono, e languono, nei modi più disumani degli innocenti, e solo per le scelte del nazista medesimo. Ma tale spunto di partenza, profondo e intelligente, è stiracchiato nel modo peggiore: una sequela di scene lunghe, insignificanti. Sin dai primi tre minuti di musica su sfondo nero.

Si salvano solo due battute in 105 minuti (che quindi, sommate, non arrivano al minuto). La prima è la moglie che dice alla governante ebrea, non efficiente in un certo caso: «Potrei chiedere a mio marito di far spargere le tue ceneri nel campo di Bablitz». Poi il nazista, al telefono con la moglie, dice, della festa di militari: «Ero concentrato solo a pensare come avrei fatto a gasare tutta quella gente, con un tetto così alto». Queste battute denunciano intelligenza, un orrore che fa pensare; ma in mezzo ad un mare di mediocrità.

La sceneggiatura si prestava a ben altro utilizzo, a ben altre possibilità. Invece esibisce la più anonima delle quotidianità: si poteva ritrarre, a casaccio, qualunque frammento mediocre della vita di tutti i giorni di appartenenti del ceto medio o alto, di qualunque parte del mondo del ‘900, e il risultato non sarebbe stato particolarmente diverso.  

Il sottofondo, utile, delle urla dello strazio del lager di fianco, non bastano a riscattare l’opera di Glazer, pur essendone un pregio. Come ottima è la fotografia.

Ma effettivamente si può dar ragione a chi vede ragioni non artistiche, se questo film ha vinto l’Oscar al posto dello splendido “Io capitano” di Garrone.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati