“Daddy Issues”, spassoso e adorabile – in senso passabilmente/possibilmente buono & scientemente scevro d’ogni adombratura di “paternalismo patriarcale”, o almeno questo nelle intenzioni di chi scrive, poi fate un po’ voi – esordio nella creazione, sviluppo e sceneggiatura di una serie per la standupper Danielle Ward, prodotta da Lynn Roberts per BBC Three lungo 6 episodi da 25 minuti l’uno, il primo diretto da Catherine Morshead (“Shameless”, “Ashes to Ashes”, “Murderland”, “Doctor Who”, “Downton Abbey”) e i restanti successivi altri 5 da Damon Beesley (“Flight of the Conchords”, “The Inbetweeners”, “White Gold”), orbita, e con esso lo spettatore, in un punto di Lagrange formato da un partner maggiore, il primario, ovvero un’irresistibile & irrefrenabile Aimee Lou Wood (“Sex Education”, “Toxic Town” e “The White Lotus: Thailand”, in attesa dell’a sua volta esordio nella creazione, sviluppo e sceneggiatura di una serie, “Film Club”, di cui sarà anche protagonista), e da uno minore, il secondario, vale a dire uno stralunato e indifeso alla vita David Morrissey (“Drowning by Numbers”, “Robin Hood”, “Centurion”, “The Walking Dead”, “Britannia”, “The City & the City”, “The Colour Room”, “Sherwood” e, ma solo per dover di cronaca e amor di completezza, “The Woman in Cabin 10”), passando da un concepimento troposferico (un salto della quaglia malriuscito in una toilette di bordo a 800 km/h e 10.000 m s.l.m. in direzione “spiaggia mediterraneo-tropicale → Stockport, Manchester, North West England) ad una (ri)nascita — un cesareo fresco suturato da una rentrée en scène della madre della madre (giusto per non dir "della nonna", ecco), qui interpretata, per il tempo d’un paio di pose, da Susan Lynch, mentre per la seconda stagione, ora in onda, il ruolo passerà a Jill Halfpenny — e con ciò tracciando un patrinframmezzato percorso matrilineare.
Reductio ad exemplum di quanto la serie prenda: se fossi stato al cinema nel momento in cui Gemma scopre, e gli spettatori con lei, che Fergal (Damien Molony) è uno sciachimicaro avrei senz’altro fatto parte del coro di “Nooo!” urlati ad affranto squarciagola.
Corpi secondari: Taj Atwal (“Truth Seekers”), David Fynn (in quota «“Manodrome” versione sit-com»), Sharon Rooney (sorella al gabbio), Arian Nik (tra “vero amore” e “friend withOUT benefits”) e Sarah Hadland & Chris Kerry (amiche/datrici di lavoro di Gemma).
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