Regia di Richard Fleischer vedi scheda film
caposaldo, pietra miliare ed angolare, appena rivisto: allucinante davvero, nell'accezione negativa del termine. E pensare che da bambino mi appassionò molto. Siamo un po' cresciuti Pur affezionato ai vecchi film, ma questo è davvero obsoleto e, per un film di fantascienza è una legge invecchiare - in fretta e male. oggi 2* ma a suo tempo fu un 5*
Non vorrei fare il “ Prof. Precisetti”... ma non posso davvero esimermi.
Certo che, per chi si professa un professionista e come tale si qualifica, affermare che “Salto nel Buio” dell’88 sia il “remake” di questo vecchio film, caposaldo, pietra miliare – ed angolare – della filmografia mondiale e, più in particolare, di quella di fantascienza... equivale ad affermare, che so, un calciatore qualunque, uno mediocre, ne sparo uno a caso, il primo che mi viene in mente, abbastanza conosciuto, Lukaku... possa essere l‘erede di Messi. O di Maradona.
Il film di Joe Dante, con questo, non c’entra nulla o quasi: giusto l’incipit... la miniaturizzazione. Ma tutto il resto va a parare proprio da tutt'altra parte.
Un remake è un remake, lo dice la parola stessa, rifacimento, che significa riprendere, rifare, ricopiare... e questo, tra le due pellicole (perché ancora su pellicole furono realizzati), non accade.
A “Salto nel Buio” diamo quattro stelle, anche per il divertimento che ancora riesce a suscitare a distanza di anni, vecchiotto pure lui; alle prime visioni fu davvero spassoso.
A questo "viaggio davvero allucinante"... diciamo che... ormai siamo cresciutelli per farci appassionare da un set che pare un ospedale alla Stanley Kubrick di “2001 chissenefrega nello spazio” – invecchiato pure lui, ma quello... ha il suo fascino, criptico eppur intramontabile.
Questo di affascinante, aveva soltanto lei:
Dopo secoli di oblio, da un po’ è ricomparso in tv, palinsesto Rai... mi ha richiamato giusto con la nostalgia per i bei tempi – e il bel cinema – che fu... quando andare al cinema, era una festa, un'occasione speciale, io e la mia mamma. Di rado, in supplenza, mio papà :)
Ma anche per lui, per quest'opera, non per mio padre :) [opera... neanche fosse "Goethe", o Almodovar], vale la medesima regola del Superman di Donner, con l’iconico Reeves a cui accennavo prima: invecchiano in fretta: la Computer grafica, ora l'intelligenza artificiale, la loro Kriptonite.
Appena rivisto, allucinante davvero, nell'accezione negativa del termine.
E pensare che da bambino mi appassionò molto.
Siamo un po' troppo cresciutelli adesso...
Pure io son affezionato ai vecchi film, questo però è davvero datato, obsoleto e, per un film di fantascienza... è una legge di natura invecchiare - e male.
Non è come per i bei melodrammoni di un tempo... che so, un “Via col vento”... “Scandalo al sole”, “Gioventù bruciata”... e via dicendo... quelli restano intramontabili, inossidabili.
Questo no.
Veder fluttuare sullo schermo, la pur divina Raquel Welch, per cinque interminabili minuti d’orologio... sospesa goffamente, con i cavetti di scena in vista... è stato pallosissimo!
Per questo genere invece, come dicevo, vale la regola del Superman di Donner, con l'iconico Reeves, vengono mandati in pensione da un imperante CGI, cosa che per lo spettatore dozzinale risulta anche il massimo a cui aspirare.
A me, di bocca buona, ma so pur riconoscere il valore di certe opere, affiora un certo palato fine, posso affermare che la CGI è ben accetta solo se ben spesa, con moderazione; e invece, il più delle volte, si divora il film.
Come a suo tempo, gli effetti speciali, genuini ma oggi datatissimi, si divorarono questo.
Viaggio allucinante (1966): scena
Viaggio allucinante (1966): scena
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta