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La messa è finita

Regia di Nanni Moretti vedi scheda film

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La recensione su La messa è finita

di steno79
9 stelle

Nanni Moretti si è fatto notare da pubblico e critica fin dai suoi primi film, e quando girò La messa è finita era già un "autore" affermato. Il film fu molto apprezzato per le sue qualità cinematografiche in un periodo in cui il livello medio della produzione nostrana si era decisamente abbassato: la critica lodò in particolare la compattezza del racconto, l'analisi penetrante di un certo malessere sociale, le qualità dell'interpretazione. Osservazioni senz'altro giuste e pertinenti perchè il film risulta valido ancor oggi, uno dei migliori risultati nella quarantennale carriera di Moretti. A centrare il bersaglio è soprattutto la descrizione di una società contemporanea in preda al caos dove le chiese sono ormai vuote, le famiglie si sfasciano, i sacerdoti vogliono abbandonare l'abito per vivere una vita più "terrena" e la sorella di don Giulio vuole abortire: tutto questo causa delle profonde fratture nella sua visione del mondo e una constatazione di impotenza che gli ispira il desiderio della fuga. Il discorso di Moretti è portato avanti con coerenza e una buona dose di rigore morale che accresce l'efficacia della rappresentazione, anche se non manca qualche scena, come ad esempio quella della rissa per il parcheggio, che appare un po' troppo sottolineata; l'addio ai parrocchiani nel finale è comunque molto sentito e commosso. Belle musiche di Nicola Piovani ed azzeccata la scelta di utilizzare come motivo conduttore la bellissima canzone di Bruno Lauzi "Ritornerai", che accompagna col suo ritmo sincopato uno struggente, surreale ballo "sognato" in Chiesa che rientra tra i finali più memorabili degli anni Ottanta, e non solo. Nel cast, oltre a Moretti si distinguono soprattutto Margarita Lozano e Ferruccio De Ceresa nei panni dei genitori (uno dei momenti emotivamente più forti della pellicola è il monologo di don Giulio di fronte al cadavere della madre suicida), Marco Messeri, Enrica Maria Modugno ed un giovanissimo Vincenzo Salemme. Insieme a "Caro Diario" è il film che più mette d'accordo gli ammiratori del regista nella sua promozione a livello di Classico. Vincitore di un Orso d'argento al festival di Berlino, mentre ai David di Donatello fu battuto da "Speriamo che sia femmina" di Mario Monicelli, regista con cui Moretti aveva avuto anni prima un celebre confronto televisivo moderato da Alberto Arbasino. 

 voto 9/10 

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