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Doctor Sleep

Regia di Mike Flanagan vedi scheda film

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George Smiley

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La recensione su Doctor Sleep

di George Smiley
7 stelle

Versione visionata: director's cut da 180 minuti, in lingua originale con sottotitoli in italiano.

Nonostante avessi letto l'omonimo romanzo di Stephen King un paio d'anni prima che il film venisse prodotto, per qualche oscura ragione che non ricordo non andai a vederne la trasposizione filmica alla sua uscita. Per colmare questa lacuna ho deciso di avvalermi della director's cut distribuita in home video e streaming anzichè del montaggio per le sale. 3 ore più tardi posso ritenermi nel complesso soddisfatto: l'adattamento di Mike Flanagan è più che discreto, pur scontando alcune omissioni e variazioni rispetto all'andamento del libro e a delle modifiche necessarie a far quadrare i conti tra l'universo letterario Kinghiano e quello cinematografico Kubrickiano. Al film manca tuttavia qualcosa per colpire appieno nel segno, rimanendo un'opera girata con indubbia professionalità e buon gusto nella messa in scena ma priva di guizzi veramente geniali in grado di elevarlo alla soglia della memorabilità, motivo per cui non va oltre l'essere una buona trasposizione alquanto convenzionale nella forma e nella sostanza.

La storia segue le peripezie di Danny Torrance ormai cresciuto (a parte un piccolo prologo con lui da bambino, immediatamente successivo alle vicende viste in "The Shining"), ancora tormentato dai fantasmi dell'Overlook Hotel e dagli eventi accaduti nell'albergo maledetto tra le montagne del Colorado. Dopo la morte della madre Wendy, Danny è caduto preda degli stessi demoni dell'alcolismo che portarono suo padre Jack Torrance alla perdizione, e vaga da un centro abitato all'altro e di sbronza in sbronza in fuga dal proprio passato. Arrivato nella cittadina di Frazier nel New Hampshire, riuscirà finalmente a disintossicarsi e a reintegrarsi nella società con l'aiuto della comunità locale, di cui diventerà un apprezzato membro anche grazie al suo lavoro di inserviente nell'ospizio della cittadina, dove utilizza il dono della "luccicanza" per dare conforto ai pazienti prossimi alla morte, meritandosi l'appellativo di "Doctor Sleep". Nel frattempo, verrà contattato da Abra, una ragazzina dotata di una luccicanza particolarmente potente, la quale è minacciata dalla banda del Vero Nodo, una congrega di esseri simili a vampiri, i quali si nutrono della luccicanza altrui per mantenersi in vita nel corso dei secoli. Leader di questi diavoli erranti è Rose Cilindro, la più potente e spietata di loro. Danny dovrà decidere se continuare a nascondersi o scendere in campo e affrontare una volta per tutte i propri fantasmi personali per salvare Abra da un destino orribile...

Come detto in precedenza, il film è stilisticamente piacevole, con la regia di Mike Flanagan che cerca più di una volta di replicare alcune inquadrature e movimenti di cinepresa del film di Kubrick. L'ultima parte ambientata nell'Overlook Hotel è particolarmente accattivante e accurata in questo senso. Non si può neanche criticare il film sotto l'aspetto della tensione e dell'interesse dello spettatore: le 3 ore sono volate e in più di un'occasione (specialmente quando fanno la loro ricomparsa gli spettri dell'Overlook Hotel) più di un brivido mi ha percorso la schiena. Il regista non si esime neanche dal mostrare alcune scene veramente disturbanti, con i membri del Vero Nodo intenti a torturare e uccidere un bambino per estrarne il "vapore" (la luccicanza) con cui pasteggiare crudelmente. Da lodare sono le interpretazioni di Ewan McGregor e Kyliegh Curran nei ruoli di Danny e Abra, il primo convincente nel trasmettere i tormenti interiori del suo personaggio, la seconda sorprendente nonostante la giovane età. Ma la migliore del lotto è Rebecca Ferguson nel ruolo di Rose Cilindro: affascinante, seducente, inquietante, malefica e carismatica; accentra su di sè l'attenzione in ogni scena in cui appare. Ad essere efficace è anche il nucleo tematico del lungometraggio: i veri orrori, come spesso nei romanzi di King, sono quelli dell'alcolismo, della dipendenza e dell'abuso familiare, oltre al male che si annida nel mondo in attesa di consumare la luce di altri esseri viventi, nel tentativo di nutrire la propria oscurità a spese altrui.

Di contro, al film manca quel je ne sais quoi per essere considerato un grande film. Sarà la regia tutto sommato convenzionale, la sceneggiatura che non approfondisce a sufficienza i personaggi secondari o forse proprio il materiale di partenza che, per quanto valido e interessante, non è alla pari con le migliori opere di Stephen King, ma non si riesce a fare il salto di qualità per passare da un film decente e ben realizzato ad un'opera da ricordare. Resta comunque un tentativo encomiabile di dare un seguito e una chiusura del cerchio al capolavoro di Stanley Kubrick.

 

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