George Cukor, che in Il diavolo è femmina dirigeva Katharine Hepburn per la terza di dieci volte, disse che «il pubblico non aveva mai visto una ragazza come lei; pareva che gli abbaiasse contro». Talmente inedita e sovversiva che, dopo un disastroso test di proiezione, il regista inserì l’incipit in cui si taglia le lunghe trecce, come a dire “ehi, è una femmina, state tranquilli”.

Non funzionò: il film fu un flop clamoroso, ma ormai era forgiata l’icona di Kate the Great, selvatica creatura che saltava gli steccati di genere, atletico Pierrot dalle misure fuori canone. Alta (1 metro e 71, quando andavano di moda le primedonne scricciolo), sportiva (praticò per tutta la vita nuoto, tennis e golf), dal petto minuto. E poi quegli scandalosi pantaloni da uomo, che Hepburn portava anche fuori dal set; nel 1935, prima che la Seconda guerra mondiale obbligasse le donne a essere dinamiche, vestirsi così era un oltraggio, perfino passibile di arresto.

Ma prima di essere trasformata in maschiaccio (pur con quegli zigomi da sogno) dal truccatore Mel Berns, Kate era stata un lui sin da bambina, quando metteva abiti maschili e si faceva chiamare Jimmy; quando prese per sé il compleanno dell’amato fratello morto. Oltre la mascherata di Sylvia/Sylvester, c’è lo spirito indomabile di una diva che si disegnò solo come voleva lei. A 74 anni, in un’intervista, sintetizzò così: «Non ho vissuto da donna, ho vissuto da uomo. Ho fatto quello che mi pareva, ho guadagnato abbastanza da mantenermi, e non ho paura di essere sola».

Il film
Il diavolo è femmina
Commedia - USA 1935 - durata 95’
Titolo originale: Sylvia Scarlett
Regia: George Cukor
Con Katharine Hepburn, Cary Grant, Brian Aherne, Edmund Gwenn
in streaming: su Raro Video Amazon Channel Amazon Video Rai Play
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