1 stagioni - 4 episodi vedi scheda serie
I Vincoli della Decenza, ovvero: the State of a Nation (of a Nasty Little Country).
Almeno 8 personaggi femminili memorabili abitano “lo Stato della Nazione” (il “Nasty Little Country” che sfilaccia sempre più “i Vincoli della Decenza”) di “Collateral”, la miniserie del 2018 in 4 episodi da poco meno di un’ora l’uno (diretti da S. J. Clarkson in procinto d’imbarcarsi nell’avventura fallimentare di “BloodMoon”, un prequel di “Game of Thrones”, e in quella “più riuscita” di “Madame Web”, l’ennesimo pseudopodo Marvel) prodotta da Elizabeth Binns e creata e scritta per Netflix/BBC da David Hare (“Plenty”, più gli adattamenti di “Damage”, “the Hours”” e “the Reader”), “gemellare” per spirito e tematiche collaterali alla coeva e potentissima “Black Earth Rising” di Hugo Blick, e li interpretano:
- Carey Mulligan (che non è Michelle Williams, e viceversa; "Shame", "Drive", "Promising Young Woman"), la protagonista detective incinta neopromossa ispettore,
- Hayley Squires (“I, Daniel Blake”, “In Fabric”, “In the Earth”, "the Essex Serpent"), la manager dello speedy/crazy/royal pizza,
- Jeany Spark (“Wallander”), il capitano reduce dall’Afghanistan,
- Nicola Walker (“Last Tango in Halifax”, “Marriage”), il reverendo,
- Ahd Kamel (“Wadjda”), l’iraqena sedicente siriana,
- Billie Piper (“Doctor Who”, “Catherine Called Birdie”, “I Hate Suzie”), la libanese mantenuta,
- Kae Alexander (“Game of Thrones”, “Fleabag”), la clandestina amante della donna di chiesa, e
- Maya Sansa (“la Meglio Gioventù”, “Buongiorno, Notte”), l’agente turca amante del cinema di Nuri Bilge Ceylan sotto criminogena copertura dell’MI5.
Inoltre, è un piacere ritrovare il John Simm di “Life on Mars”, mentre chiudono il cast Nathaniel Martello-White, Kae Alexander e Ben Miles. Fotografia di Balazs Bolygo, montaggio di Jamie Trevill e Sacha Szwarc e musiche di Ruth Barrett.
* * * * (¼) - 8.25
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