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Caleidoscopio

1 stagioni - 8 episodi vedi scheda serie

Serie TV Recensione

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La recensione su Caleidoscopio

di supadany
6 stelle

In un contesto di alta concorrenza e nel quale le idee veramente innovative/accattivanti latitano, un claim di lancio particolarmente invitante può fare la differenza. Certo, le aspettative vanno poi confermate dai fatti e quanto promesso non deve essere semplicemente fine a se stesso ma anche funzionare a tutti i livelli, da quelli presentati come unici/speciali agli altri dai termini abitudinari, di comune dominio (visti e rivisti).

Venendo a noi, in Caleidoscopio, che di base ingloba molti componenti tipici dei prodotti heist, la curiosità di partenza risiederebbe nella possibilità di seguire la vicenda guardando gli episodi senza seguire la classica tabella di marcia prestabilita, come se l’ordine degli addendi non fosse determinante. Allora, se da un certo punto di vista lo sforzo perpetuato è chiaro – per non dire, plateale - e non del tutto vano, altrettanto non si può dire per il computo esecutivo, che solleva disparate perplessità, soprattutto per quanto riguarda la sua peculiarità principale e l’incidenza che la stessa ha sul rendimento di un prodotto instabile e contraddittorio, con tante vicissitudini/relazioni da enucleare/narrare/descrivere per completarsi.

Da sempre abile ladro/scassinatore, l’ormai anziano e acciaccato Ray Vernon (Giancarlo EspositoBreaking bad, The Boys) prepara il colpo della vita, che consiste nel sottrarre sette miliardi di dollari in obbligazioni conservati nel caveau di Roger Salas (Rufus SewellDark city, The man in the high castle), considerato il più sicuro su piazza.

Con l’immancabile sostegno di Ava Mercer (Paz VegaLucia y el sexo, Spanglish), Ray arruola l’ex compagno di prigione Stan Loomis (Peter Mark KendallThe Americans, Watson) e Judy Goodwin (Rosaline ElbayQabeel), che si porta appresso anche l’indesiderato e aggressivo Bob (Jai Courtney Die hard - Un buon giorno per morire, Terminator genisys), studiando come aggirare ogni singolo ostacolo.

Mentre Nazan Abassi (Niousha Noor La versione persiana, The night), un’agente dell’Fbi, capisce che qualcosa di grosso sta per avvenire e mette sotto osservazione alcuni dei personaggi coinvolti, la brillante Hannah Kim (Tati GabrielleUncharted, The 100) scala le posizioni nella società di Salas, arrivando a rivestire un ruolo chiave.

Da ogni parte, emergeranno segreti mai confessati e un groviglio di motivazioni/risentimenti/stilettate che vanno oltre un bottino da guinness dei primati, che nascono da un passato lontano e che richiedono a gran voce di ricevere delle risposte puntuali e definitive.

 

 

Giancarlo Esposito

Caleidoscopio (2023): Giancarlo Esposito

 

 

Traendo spunto da una storia realmente accaduta, Caleidoscopio è una miniserie creata da Eric Garcia (Il genio della truffa, Repo men), che dispone di un nutrito pacchetto di strumenti appartenenti ai film/alle serie su rapine e affini, impostandoli/suddividendoli nel tentativo di rendere plausibile/comprensibile il racconto qualunque sia l’ordine di visione selezionato dallo spettatore.

In parte, ciò avviene mediante espedienti piuttosto semplici/futili (due episodi sono legati a un passato remoto e possono stare praticamente dappertutto), però per quanto si evinca l’impegno profuso per connettere/compartimentare tutti gli elementi in gioco, che impianta anche della ripetitività, il puzzle mostra un funzionamento efficiente se alcuni moduli occupano la casella adeguata, ad esempio il primo proposto da Netflix introduce meglio di tutti gli altri in una macchinazione che continua – in ogni caso - ad aggiungere pezzi, mentre gli ultimi due (il settimo è il tassello più avanti nel tempo, l’ottavo segue lo svolgimento della rapina) consentono di chiudere con un ricordo più ordinato (anche se rimangono dei bug).

Alla fine, si tratta quindi di un biglietto da visita che complica inutilmente la congiuntura, tanto più visto che, tolta questa sovrastruttura pretestuosa/ludica, Caleidoscopio rimarrebbe un esemplare seriale che, nei suoi otto giri di giostra, non esprime un grammo di originalità. Tuttavia, propone/sforna una forma di intrattenimento articolata e imbottita, con questioni personali, carte coperte e variabili impazzite, con alcuni capitoli stuzzicanti (vedasi il viola, che rivela l’origine dell’odio provato da Ray per Roger) quantunque rimanga generalmente in superficie e sventoli soluzioni da salti mortali giocando d’azzardo, mostrando una miccia decisamente troppo corta per non lasciare fastidiosi spifferi.

Inoltre, va aggiunta una messa in scena quadrata, coerente e con alcune cuciture in risalto (vedi i colori che contraddistinguono gli episodi), mentre il cast è particolarmente ricco/dotato, correlato a parecchi caratteri da definire (è quasi inutile dire che non va tutto avanti con lo stesso passo). Ovviamente, gli autori sfruttano l’esperienza e la solidità di Giancarlo Esposito e di Rufus Sewell, due punte di diamante di caratura assoluta in grado di essere sempre in palla, contestualmente emergono la determinazione di Niousha Noor, la partecipazione attiva di Paz Vega, l’irruenza muscolare di Jai Coutney e la piacevole presenza di Rosaline Elbay.

 

 

scena

Caleidoscopio (2023): scena

 

 

Complessivamente, con il suo marchio distintivo Caleidoscopio produce più aleatoria confusione che effettivo costrutto, con forma e contenuto raramente capaci di andare d’amore e d’accordo nei tanti slot che allestisce. Riattacca la spina con facilità/dimestichezza e tinteggia i suoi scompartimenti, sposta l’ago della bilancia e getta fumo negli occhi, tra concessioni (gratuite) e giravolte (baldanzose), esche (in bella vista) e assist (quasi mai convertiti in gol), intenzioni (mascherate) e rancori (profondi), giustificazioni (traballanti) e contraccolpi (vistosi), fiducia (rara) e tradimenti (annichilenti).

Esibizionistico e malleabile, indaffarato e spregiudicato, con alcune attitudini che potevano/dovevano essere maggiormente cavalcate.

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