Una gita scolastica
- Commedia
- Italia
- durata 90'
Regia di Pupi Avati
Con Carlo Delle Piane, Tiziana Pini, Rossana Casale, Lidia Broccolino

E’ di oggi la notizia secondo la quale verrebbero abolite le gite scolastiche; la motivazione essendo la cronica carenza di fondi di cui soffre la scuola (in Italia). Chi ha vissuto la scuola dell’obbligo (elementari e medie) negli anni ’50, ricorderà senz’altro come per molti compagni di scuola la gita scolastica non costituisse solo un importante momento di aggiornamento culturale circoscritto all’evento specifico (es: la reggia di Caserta, i soffioni boraciferi di Lagastrello o di Pozzuoli, la piazza dei miracoli di Pisa, etc..), quanto un’occasione (spesso unica) di conoscenza della Penisola; evento questo assai più educativo, anche in considerazione del fatto che il miracolo economico era ancora agli inizi, e l’Italia non era ancora “motorizzata”. Ricordo, per uso e consumo dei giovani, che la somma richiesta alle famiglie scaturiva sempre da un’accorta politica di “ricerca di mercato” da parte degli insegnanti e di qualche volenteroso padre di famiglia (che spesso si occupava anche della ricerca del mezzo, partecipando al viaggio con gli insegnanti stessi, per meglio controllare noi studenti), condotta confrontando attentamente costi/benefici; quando non era addirittura al di sotto della reale spesa totale, sopperendo ad essa (talora) la cassa scolastica. La finalità sociale dell’evento assumeva infatti un valore prioritario. E’ evidente che venivano preferite località di una qualche importanza culturale della stessa regione o di regioni limitrofe, e, solo in casi eccezionali, venivano proposte mete “famose” (quali Venezia, Firenze, Roma..). Impensabili, come invece avviene oggi, mete extra confine.
Risalendo dalle scuole dell’obbligo verso i Licei, il “tenore” delle gite scolastiche diveniva fedele indice della classe sociale (orrenda - se pur utile - parola) maggiormente rappresentata in quell’Istituto. Quanto le gite scolastiche abbiano “segnato” la vita di molti studenti di allora, i quali spesso proprio in tali occasioni hanno trovato conferma della propria sessualità, quando non addirittura l’ “anima gemella”, ce lo dicono alcuni libri ormai “storici”: in Rosso di lusso si descrive l’ormai “famoso” viaggio in Grecia che un paludato Istituto classico di Roma, frequentato dai rampolli della medio-alta borghesia, organizzò alla metà dei ’60. In esso, si possono riconoscere molti spunti di un ribellismo ancora in “nuce” che sfocerà nei moti studenteschi del ’68, pur se accompagnato da atti di vera e propria “micro-criminalità”, quali la razzia che alcuni studenti fecero al mercatino di Atene…il titolo del libro indica bene provenienza sociale ed orientamento politico di molti di quei ragazzi, che, spinti da fisiologiche pulsioni adolescenziali, vissute con indecifrabile candore, saranno così ben rappresentati in Porci con le ali. Gli stessi si renderanno responsabili nei moti studenteschi del ’68 di eventi spesso drammatici (Valle Giulia); la loro origine (quella borghese, appunto), fu ben descritta da Pier Paolo Pisolini in “STUDENTI, FIGLI DI PAPA’, IO STO CON I POLIZIOTTI…”. Poi, da adulti, dopo la bufera sessantottina, gli stessi occuperanno posti di grande responsabilità (assessori in città importanti, direttori di grandi testate giornalistiche etc…) Non è comunque questa la sede per un approfondimento dell’argomento..Il cinema ci ha donato alcuni esempi (indimenticabili) di gite scolastiche. Si va da Una gita scolastica, dove si ritrovano alcune delle tematiche suddette, quali l’inevitabile distanza sociale tra gli studenti, il sorgere di amori destinati a finire al termine della gita, quando non a proseguire per la vita, come avviene tra un (bruttissimo) ma innamoratissimo professore (Carlo Delle Piane), ormai non più giovane, ed un’incantevole (e chiacchierata) professoressa (Tiziana Pini). Grande interpretazione di Delle Piane!!!. Il tema della disuguaglianza tra classi sociali si riverbera drammaticamente in ambito nazionale, non più tra ricchi e poveri all’interno di una stessa scuola, ma tra nord e sud: in Io speriamo che me la cavo, il maestro genovese (uno splendido e commovente Paolo Villaggio) viene a contatto, per puro caso, con una realtà – quella di un paese alle porte di Napoli – di cui ignorava la miseria…dopo un’inevitabile incomprensione iniziale, conquisterà l’animo dei ragazzi (spesso di strada), che riconoscono in lui l’aspetto umano di uno stato troppo spesso presente solo per reprimere…in tema di scuola, come non ricordare Compagni di scuola, ove “viene analizzato il cambiamento che avviene nelle persone nel momento in cui devono veramente affrontare la vita, cioè quando escono dalla scuola e i loro problemi familiari, esistenziali e lavorativi”[bukowski91, 06/06/10]. Amaro, a tratti tragico, ci presenta una realtà che spesso abbiamo riscontrato anche noi..
In Picnic ad Hanging Rock siamo già “oltre”…siamo nel fantastico…forse nell’horror..Possiamo concordare con OGM [05/10/10] quando dice: “Il romanzo di Joan Lindsay riproduce al meglio quell'atmosfera, al contempo impenetrabile e seducente, che circonda l'enigma dell'improvvisa sparizione, dell'immaginario buco nero che inghiotte, in pieno giorno, e al culmine della gioventù, dell'allegria, della bellezza, tante vite che sembravano indirizzate verso ben altra sorte. Il film asseconda splendidamente il libro nel far leva sulla nostra vena esoterica, che, come nella luminosità soffusa di un quadro impressionista, fa idealmente sfumare la radiosa malia della grazia fanciullesca nell'inquietante ombra della magia nera….e “Picnic ad Hanging Rock è il sensibilissimo ritratto metaforico della fine di tutti sogni, che avviene sempre senza preavviso, perché la nebbia del dormiveglia è solo un fugace istante, che, per un secondo, acuisce l'illusione, prima di farla rudemente precipitare col sordo tonfo del risveglio”. Infine in La scuola “gradevole affresco scolastico di quegli scialbi albi '90, che non manca di caratterizzazioni eccessive (la serino, il mortillaro di "c'è chi è fatto per studiare e chi è fatto per zappare"), stereotipi, quadretti teneri e agrodolci, ma che ha il pregio di accarezzare un gruppo di ragazzi marginalizzati, periferici, talvolta letteralmente "esclusi" (la mosca) e di evidenziare quella marginalità crepuscolare e timidezza asfissiante anche tra gli adulti”.[shadgie, 25/05/10].
Regia di Pupi Avati
Con Carlo Delle Piane, Tiziana Pini, Rossana Casale, Lidia Broccolino
Regia di Lina Wertmüller
Con Paolo Villaggio, Ciro Esposito, Maria Esposito, Adriano Pantaleo
Regia di Carlo Verdone
Con Carlo Verdone, Athina Cenci, Eleonora Giorgi, Christian De Sica, Nancy Brilli
Regia di Daniele Luchetti
Con Silvio Orlando, Anna Galiena, Fabrizio Bentivoglio, Antonio Petrocelli
Titolo originale Picnic at Hanging Rock
Regia di Peter Weir
Con Rachel Roberts, Vivian Gray, Helen Morse, Jacki Weaver, Anne Lambert, Dominic Guard
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