Regia di Mario Van Peebles vedi scheda film
E’ un film intriso di “american-patriottismo” con un protagonista senz’altro controverso ossia Nicolas Cage, pure candidato al Razzie Awards, ma vincitore di un Oscar, con il doloroso “Via da Las Vegas”.
Indianapolis vuole essere un film storico, ma, come accennato, si percepisce chiaramente in filigrana una eco di propaganda a stelle e strisce, il che è da me notato senza alcuna indebita caratterizzazione o notazione politica, ma perché fa parte di una certa narrazione hollywoodiana.
Sicuramente è la storia di un uomo tutto d’un pezzo, di un patriota ingiustamente accusato e divenuto -suo malgrado- capro espiatorio di un evento bellico determinante per la Seconda Guerra Mondiale di cui è stato involontario protagonista.
E’ la storia dell’equipaggio eroico di un incrociatore militare della marina USA, che, recapitato il primo dei due ordigni atomici lanciati sul Giappone, ha vissuto una esperienza davvero tragico alla deriva nell’oceano dopo il colossale natante era stato affondato da un sommergibile nipponico.
Il film si può dividere (mi ha ricordato il ben più importante da tutti i punti di vista film su Oppenheimer di Cristpher Nolan) di in tre macro-fasi: la missione segreta di trasporto (quella più movimentata ed eccitante sul piano visivo); la deriva in aperto oceano dei naufraghi (ansiogena con la presenza di voracissimi squali) che culmina nel coraggioso salvataggio; il processo militare che vede condannato il capitano Charles Butler McVay, che vede ingiustamente - ed è chiaro a tutti compreso il comandante del sommergibile giapponese che ha affondato l’Indianapolis - macchiato il proprio stato di servizio ed il proprio onore fino a spingerlo al suicidio.
Del cast, mi fa piacere ricordare Tom Sizemore, attore sicuramente di grande livello e coinvolto in film importantissimi, fra i tanti, Heat La Sfida.
Un film robusto, non un capolavoro ma interessante.
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