Regia di Alexander Yellen vedi scheda film
Inutile e poco efficace horror con presenza di patetica bambola assassina. Privo di ritmo, prevedibile e scontato. Il tema del divorzio -sottotraccia- non aiuta il prodotto a risollevarsi qualitativamente, che rimane invece confinato a livello di mediocrità.
Non si gioca con la morte (2014): Jaime Pressly, Patrick Muldoon
La scrittrice Allyson (Jaime Pressly) sta vivendo un periodo particolarmente stressante: in separazione dal marito e con la piccola Claire a carico, acquista una enorme villa nella quale va a vivere, essendo all'oscuro di un tragico fatto di sangue avvenuto tra quelle mura. I precedenti inquilini, una famiglia composta da genitori e due figli, è stata sterminata dal bambino di solo nove anni. Il rinvenimento di una minacciosa bambola, con inciso il nome Lilith, sconvolge la piccola Claire che inizia ad avere comportamenti anomali e antisociali al punto che Allyson cerca aiuto rivolgendosi ad uno specialista in psichiatria, il dott. Freeman (Tobin Bell).
Non si gioca con la morte (2014): Jaime Pressly
"Se il carro funebre passerà, forse la morte ti cercherà." (Motivo sussurrato dalla piccola Claire)
Non si gioca con la morte (2014): Jaime Pressly
Modesto e dimenticabile Tv movie diretto da un direttore della fotografia ingaggiato su set di notevoli... boiate per il piccolo schermo (ad esempio tre capitoli di Mega Shark) e già, in precedenza, dietro la macchina da presa per quell'altro obbrobrio ch'è Battledogs. Questo Fienders Keepers (che il titolo italiano proprio non ci incastra 'na mazza) è brutto forte, come può esserlo un filmetto derivativo e privo di spessore narrativo e stilistico. Siamo dalle parti di Annabelle (altro titolo non entusiasmante anche se di successo) anche se qui -data la povertà del budget- la bambola (più brutta che spaventosa e con fattezze "aliene") non si muove nemmeno per un secondo, entrando invece in simbiosi con l'antipatica piccola protagonista, assai pessima come interprete e quindi senza un probabile futuro come attrice. Argomento visto e rivisto, con tentativo di rivitalizzare il mito del Voodoo, intrecciato alla cronaca dei De Feo (Amityville) e con il malefico feticcio che si impossessa della bambina. Le scene degli omicidi (decisamente numerosi e anche spietati) sono girate con la mano sinistra, e la violenza tutta relegata al fuori campo. Tobin Bell è qui l'ombra di Jigsaw, evidentemente costretto a presenziare -una decina di minuti scarsi- per necessità "alimentari". Qualcosa di buono c'è anche: la presenza della aggraziata Jaime Pressly, mammina dai grandi occhioni e i capelli corti, tagliati a maschietto, che non può -per quanto tenti nel look e nel modo di vestire- celare la sua esplosiva carica sessuale femminile. Un po' troppo poco comunque, per i restanti novanta minuti di pleonastica trama, adatti unicamente come riempitivo del palinsesto di qualche canale satellitare di terz'ordine.
Non si gioca con la morte (2014): Kylie Rogers
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