Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Guardiani della Galassia

di obyone

8 stelle

Come api su di un fiore profumato, sono molti a svolazzare intorno all’Orb, un’antica sfera che si dice contenga un enorme potere. Un procione galattico dal grilletto facile ed un curioso albero umanoide cercano di strappare la reliquia dalle mani del cacciatore Peter Quill, un chiacchierone e affascinante doppiogiochista appassionato di musicassette. Ma l’Orb è il piatto principale di un banchetto a cui prendono parte anche il terribile Thanos e l’irascibile Ronan. Quest’ultimo è riuscito a strappare un accordo brutale con il primo, in cambio della sfera. I due malvagi si avvalgono dei servigi delle letali figlie del titano: Gamora e Nebula. Tanto belle quanto prive di scrupoli. E se non bastassero loro, a rendere ancor più affollata la tavola imbandita, ci sono alcuni sgraditi commensali: il massiccio ed austero guerriero Drax, i cacciatori di Yondu Udonta e le truppe della Nova Corps. Il primo ha sete di vendetta. Gli altri hanno fame di danaro (i malfattori) e di gloria (i difensori di Xandar).

James Gunn si concede una capatina sulla Terra in un flash back iniziale ambientato nel 1988. Non ci sono ulteriori legami tra il pianeta azzurro, gli “Avengers” e i variopinti “Guardiani della galassia” che si formano ventisei anni più tardi per “volere della sfera”. Il regista e sceneggiatore americano preferisce esplorare le estremità della galassia. Il suo progetto è troppo ambizioso per poterlo contenere in un solo pianeta. Morag, Xandar, la roccaforte di Thanos, la nave di Ronan. “Ovunque” voli la “Milano” di Star-Lord, si registra un taumaturgico cambio di prospettive che rende il racconto ancor più avvincente. I diversi scenari esplorati mantengono il ritmo serrato mentre gli spostamenti ed i momenti di “riflessione” permettono ai personaggi di studiarsi e di rivelarsi, gradualmente, per quello che sono.

I guardiani della galassia rispondono ad una tavolozza di colori ben assortiti: il verde brillante di una corazza amorevole di foglie; il malinconico blu di una cyber-assassisna; il grigiore di un guerriero screziato da pulsazioni di rancore rosso sangue; il viola “ineluttabile” di un potere impulsivo.

La squadra messa sù da Captain Gunn funziona grazie alla complementarità dei suoi personaggi. Quill, Gamora, Drax, Rocket e Groot hanno pelle, pelo e corteccia da supereroi inconsapevoli. Litigano, inorridiscono degli altrui difetti, parlano troppo o troppo poco, sono privi di senso dell’umorismo o dotati di cinico sarcasmo, amano sé stessi o il loro stesso sangue. Ma nel momento fatidico si scoprono uniti da un inatteso e comune potenziale di audacia e profonda amicizia.

La squadra funzionerebbe per la sola unione di elementi e capacità eterogenee ma Captain Gunn aggiunge alla sua narrazione la leggerezza di chi non si prende mai troppo sul serio. I Guardiani della Galassia sono dei simpatici cazzoni dalla bassa autostima e dalla lingua tagliente, delle canaglie alla Han Solo che mostrano per un attimo le proprie fragilità prima di nasconderle dietro la maschera della demenza o dentro la canna di un fucile sputafuoco.

L’umorismo sbruffone, il senso spiccato del ridicolo ed il perfetto controllo dell’assurdo arricchiscono lo spettacolo senza spezzare l’equilibro tra azione, commedia e dramma epico. All’epica fumettistica appartiene l’intensa resa dei conti tra il malvagio "Accusatore" e la scalcagnata "compagnia dell'anello spaziale", unita in un ipotetico abbraccio di coraggio che contiene la forza esplosiva della gemma.

Su Xandar si conclude un'avventura divertente e smargiassa e si inizia con forza una nuova saga nel già nutrito Marvel Cinematic Universe.

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