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Nodo alla gola

Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Nodo alla gola

di obyone
10 stelle

 

John Dall

Nodo alla gola (1948): John Dall

 

La figlia di Hitchcock affermò, durante un’intervista, che “Rope” era un film troppo problematico affinché il padre potesse girarlo alle dipendenze di uno studio. Le continue pressioni e le intemperanze di Selznick, infatti, costarono parecchio in termini di risultato quand'egli girò “Il caso Paradine”. Così, a detta di Patricia, Hitchcock dovette aspettare di liberarsi dal contratto in scadenza con il suo magnate e costituire la propria casa di produzione, la Transatlantic Pictures, fondata con il fido Sidney Bernstein.

Il film traeva ispirazione da un orribile fatto di cronaca accaduto nel 1924 allorché i ventenni Richard Loeb e Nathan F. Leopold Jr uccisero un ragazzino di 14 anni. La coppia ammazzò lo sventurato senza ragioni apparenti, per il solo gusto di uccidere e commettere l’omicidio perfetto. Ricchi, viziati, misogini ed intelligenti (Loeb aveva un QI molto alto), i due avevano un rapporto piuttosto ambiguo. Leopold era omosessuale e spesso veniva manipolato dall’amico in cambio di poche concessioni. Da quell’episodio che fece inorridire l’America, ed ebbe notevole risonanza, venne tratto un dramma teatrale nel 1929 dal titolo “Rope” firmato dal drammaturgo Patrick Hamilton. Dopo di allora il dramma passò nelle mani del maestro della suspense. Era il dopoguerra ed erano anni decisamente diversi da quelli che avevano partorito il testo teatrale. Nel 1947, periodo in cui iniziò l’elaborazione del testo di Hamilton, sarebbe stato impossibile parlare, apertamente, del legame omosessuale tra i due complici senza incizzare nel codice Hays. Come disse lo sceneggiatore Arthur Laurents, anch’egli gay, chiamato da Hitch per affinare la prima stesura di Hume Cronyn, parlare di omosessualità era una cosa impensabile. Il solo fatto di pronunciarne il nome era intollerabile e chi affrontava l’argomento, qualunque ne fosse il motivo, ne parlava come di “quella cosa là”. A Laurents, perciò, fu affidato il compito di eliminare dai dialoghi tutte le allusioni presenti nel testo per evitare la censura. Il rapporto tra i due giovani assassini, il rapporto tra gli stessi ed il “vecchio” insegnante, che avrebbe potuto contenere una componente sessuale, venne ripulito da Cronyn mentre Laurents passò al setaccio i dialoghi. In particolare il personaggio del professor Rupert Cadell fu privato di qualsiasi allusione per evitare ogni possibile imbarazzo al protagonista James Stewart che altrimenti non avrebbe accettato il ruolo. Era realmente omosessuale, invece, il giovane Farley Granger che interpretava Phil, lo studente più "debole".

 

John Dall, Farley Granger, James Stewart

Nodo alla gola (1948): John Dall, Farley Granger, James Stewart

 

Nonostante il lavoro di sapone e bruschetto il testo di Cronyn non perse la propria capacità di analisi sociale, anzi, l’umorismo dei dialoghi fece del testo un saggio satirico e macrabo sulle efferatezze umane, decisamente apprezzabile tenendo conto che la guerra era appena finita e le teorie espresse dai due complici erano alquanto simili a quelle che avevano portato all’Olocausto in Europa.

Dal punto di vista tecnico il film è, a mio avviso, mirabile. Hitchocock lo girò in un unico piano sequenza. Cosi almeno voleva farci credere perché le bobine dell’epoca avevano la pellicola sufficiente per 10 minuti di riprese. Il maestro fu comunque abile a mascherare l’inganno concludendo ciascuna bobina in punti morti, ad esempio dietro la schiena di un attore o dietro un mobile, per sfruttare la zona d’ombra dell’inquadratura e riprendere con la nuova bobina laddove aveva terminato la precedente. Laurents, che assistette alle riprese, trovò l’artificio dell’unico piano sequenza davvero impeccabile dal punto di vista tecnico, ma non lo apprezzò dal punto di vista cinematografico, così come non apprezzò la scena iniziale che si apriva con la corda intorno al collo del giovane David.

Personalmente non sono d'accordo. Sapere che il delitto si è compiuto, che il corpo del reato è presente sulla scena ed è protagonista del racconto, per tutto il tempo, è una scelta decisamente intrigante. Mentre i protagonisti, onniscienti o meno, partecipano alla “messa in scena”, lo spettatore aspetta con curiosità il passo falso che porterà all’apertura del "sarcofago". Il fatto che lo spettatore sia a conoscenza del delitto non toglie suspense alle immagini e gli ottanta minuti di pellicola costituiscono un logorante e lento avvicinamento alla soluzione del misfatto che, come si vedrà, avviene quasi per caso.

Il finto piano sequenza, inoltre, rende centrale la cassapanca. Lo spettatore è spinto a cercare con lo sguardo il mobile in legno massiccio anziché tendere l'orecchio verso le chiacchere e alle cerebrali elucubrazioni del momento. Magistrale, a mio avviso, la parte che vede gli uomini parlare fuori dall’inquadratura mentre Mrs Wilson, ritratta dal basso, a filo panca, pazientemente, sprepara e mette in ordine il ripiano con l' intenzione di aprire il coperchio e riporre i libri del giovane Brandon… una sequenza che lo spettatore segue con apprensione non sapendo se tifare per il “delitto perfetto” o per la giustizia. Splendida anche la scena che rende reali i sospetti del prof. Cadell mentre lascia la festa. Ancora una volta protagonista è Mrs Wilson nelle cui mani passa la prova della colpevolezza dei giovani ospiti. La centralità delle donne è, del resto, evidente. Dall’ansia materna di un personaggio invisibile che mette tutti in agitazione, al brillante ragionamento della giovane Janet che di fatto risolve il caso a metà film ma rimane, come spesso succede(va) alle donne, inascoltata.

I dialoghi di Laurents sono ricchi di riferimenti al delitto, colti, ironici e rappresentano l’ossatura di un dramma da camera che Hitchcock seppe rendere ancor più interessante grazie alla macchina da presa e al punto di vista tipico del piano sequenza.

 

Farley Granger, James Stewart

Nodo alla gola (1948): Farley Granger, James Stewart

 

“Rope” è uno dei primi film pensati e girati da Hitchcock in tempo di pace tuttavia è ancora evidente il suo legame con la guerra appena finita. Le teorie del prof. Cadell e l’elaborazione malata delle stesse da parte di Brandon e Phil sono un esplicito riferimento al pensiero nazista che propugnava la superiorità dell’individuo ariano. Un pensiero che diede ad Hitler il pretesto e l’assoluzione morale per poter eliminare chiunque non appartenesse alla razza superiore tedesca. Hitchcock svuotò l’ideologia nazista di qualsiasi superiorità e, al cospetto di una panca aperta (le fosse comuni), aprì una finestra sulla strada (i cancelli di Auschwitz) all’arrivo della polizia (l’esercito americano) alla quale spettava il compito di assicurare gli aguzzini (i nazisti) alla giustizia e di chiudere il caso (la guerra). Hitchcock non risparmiò un’amara lavata di capo nei confronti degli intellettuali che professavano idee pericolose inculcandole in menti suggestionabili, seguendo filosofie che, incoraggiando la formazione di un proprio pensiero, non erano in grado di discernere tra menti capaci di distinguere il bene dal male ed individui deboli o immorali. In tal senso il personaggio interpretato da Stewart rappresentava il prototipo dell'individuo che professa le proprie idee, incurante della ricaduta che le stesse potevan avere sugli individui. Cosa che accadde, effettivamente, nella Germania nazista dove non mancò l'avvallo degli intellettuali nell'ascesa delle ideologie naziste.

A mio avviso, il senso di colpa finale del professore è simile a quello dei tedeschi costretti ad entrare nei campi dopo la liberazione. Il suo dolore è sincero così come la sorpresa per quanto accaduto ma non è motivo per una facile assoluzione. Come i tedeschi terrorizzati dai cadaveri e dalla malnutrizione. Sconvolti ma non per questo innocenti per il fumo che saliva dai camini che si elevavano sopra il loro orizzonte.

Tra i film del maestro, "Nodo alla gola" è, senz'altro, uno dei miei preferiti. (V.o.s.)

 

DVD - Ed. Hitchcock Collection - Universal

 

Farley Granger, James Stewart

Nodo alla gola (1948): Farley Granger, James Stewart

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