Regia di Marco Vicario vedi scheda film
Coppia borghese in crisi. Lei conosce un altro, leggermente più giovane, e si lascia andare a un'avventura extraconiugale. Ma sa di dover tornare dal marito, e lo fa con una rinnovata volontà di migliorare il rapporto. Il terzo incomodo, però, non la prende bene.
Il soggetto è un racconto di Alberto Moravia dal titolo Appuntamento al mare; lo scrittore mette anche mano alla sceneggiatura insieme ad Antonio (Tonino) Guerra e al regista Marco Vicario. La base può anche essere solida, ma si tratta pur sempre dell'ennesimo dramma sentimentale in salsa borghese con inevitabile tragedia finale che svela bassezze e limiti degli esseri umani – di un certo tipo di esseri umani, insomma. L'ambientazione balneare non diminuisce i toni grevi costantemente nell'aria; la trama è un macigno in quanto a snellezza e il bianco e nero della (pur validissima) fotografia di Carlo di Palma contribuisce a far calare tinte fosche sulla storia. Indiscutibili allo stesso modo i protagonisti, con Rossana Podestà e Philippe Leroy che trovano nell'americano Keir Dullea il terzo lato del triangolo amoroso che è il fulcro delle vicende; Bruno Scipioni e Odoardo Spadaro sono poi impiegati in ruoli marginali. Altra nota di merito va attribuita alle musiche di Riz Ortolani, e anche qui poco di sorprendente. Ma, come già rilevato, al di là della buonissima confezione c'è una storia che ha poco da offrire di originale o sorprendente. Vicario è alla sua prima vera e propria regia, dopo aver licenziato – nei mesi precedenti – il mondo movie Il pelo nel mondo in coppia con Antonio Margheriti; il grande successo è per lui dietro le porte, con il successivo Sette uomini d'oro (1965). 4,5/10.
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