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Il gatto a nove code

Regia di Dario Argento vedi scheda film

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La recensione su Il gatto a nove code

di steno79
6 stelle

Nel recensire "Il gatto a nove code" è inevitabile uniformarsi ad una vulgata che definisce il film opera minore di Dario Argento, un passo indietro rispetto al brillante esordio di"L'uccello dalle piume di cristallo", film poco amato dallo stesso regista e dai suoi ammiratori ecc. Tuttavia, quest'opera seconda del maestro del thriller italiano ha anche i suoi meriti, pur nell'ambito di una sceneggiatura piuttosto sfilacciata e discontinua, in cui uno degli errori più gravi risulta proprio la scarsa verosimiglianza del movente che sta alla base degli omicidi.

I meriti più evidenti risultano nell'ambientazione a Torino, allora ancora poco sfruttata a livello cinematografico, nella perizia di molte riprese, in particolare nelle scene degli omicidi che risultano meno di effetto rispetto a quelle dei suoi migliori gialli, ma recano intatto il marchio di un autore che innovò profondamente il genere in un momento cruciale, mostrando sullo schermo particolari di violenza nell'uccisione che il maestro Hitchcock avrebbe certamente eliminato. Avvalendosi di una fotografia a colori certamente meno ispirata rispetto a quella di Storaro per il film di esordio, ma almeno di musiche di Morricone di buon impatto, "Il gatto a nove code" fu un successo internazionale di pubblico, dovuto anche alla presenza di bravi attori come Karl Malden, il migliore della compagnia nella parte del giornalista cieco, un James Franciscus forse imposto dalla produzione ma non esattamente memorabile e una Catherine Spaak di sicuro richiamo sul pubblico maschile, per quanto forse meno a proprio agio rispetto alle commedie a cui aveva partecipato negli anni 60. 

Forse non c'è lo scatto visionario de "L'uccello dalle piume di cristallo" o di futuri gioielli come "Profondo rosso", però questo "Gatto" si difende con meriti di confezione non trascurabili, con un'atmosfera da giallo anni 70 che almeno per i fan del genere non sarà poi molto distante da quella degli esemplari più rinomati, e sembra che il regista stesso negli ultimi anni lo abbia rivalutato almeno parzialmente.

Voto 6/10

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