Trama
Il film Indomptables ci porta a Yaoundé, in Camerun, dove il commissario Zachary Billong è incaricato di indagare sull’omicidio di un ufficiale di polizia. Ma mentre cerca di riportare ordine nelle strade, la sua autorità vacilla anche dentro le mura domestiche. Uomo di princìpi, intrappolato in un rigido codice morale e familiare, si ritrova al limite, logorato da un'indagine che si intreccia dolorosamente con la sua vita privata. In bilico tra la missione pubblica e le fratture intime, Zachary è un padre che fatica a comunicare, un uomo che tenta di resistere in un mondo che gli sfugge di mano.
Il film Indomptables è un ritratto lucido e personale di un uomo e di un contesto sociale. Thomas Ngijol, ispirandosi liberamente al documentario Un crime à Abidjan di Mosco Levi Boucault, firma un’opera viscerale che esplora la paternità, il patriarcato, il senso del dovere e la comunicazione generazionale. Il film mette in scena il paradosso di un uomo che impone la disciplina ma non riesce a farsi ascoltare, né in strada né a casa. Il tutto in una società in crisi, dove la dignità resiste anche nel caos.
Con autenticità, nel film Indompables, presentato alla Quinzaine 2025, Ngijol mostra le tensioni di un paese in difficoltà: corruzione, violenza istituzionale, servizi pubblici carenti. Ma evita ogni moralismo: il film non punta il dito, fotografa. E dentro questa realtà aspra, non mancano umorismo, tenerezza, persino leggerezza.
Le figure femminili sono forti, indipendenti: la moglie di Zachary tiene in piedi la famiglia, la figlia rivendica la propria libertà. L’equilibrio tra ironia e tragedia è sottile, reale, mai artificiale.
Per Thomas Ngijol, il film Indomptables è un progetto profondamente personale. Nato da un’intuizione lontana (una VHS registrata negli anni ’90) è diventato il mezzo per raccontare un'eredità culturale complessa. Non voleva fare un film "francese", né sulla banlieue: ha scelto il Camerun, la sua terra d’origine, e un cast interamente africano per mantenere l’autenticità.
Ngijol interpreta anche il protagonista: una scelta inevitabile, data la natura intima del film. Le sue emozioni nutrono il personaggio, rendendolo vivo, contraddittorio, mai idealizzato. La fotografia, affidata al veterano Patrick Blossier, evita l’estetizzazione: niente cartoline, solo verità. La colonna sonora, firmata da Dany Synthé, mescola ritmo e radici, senza mai distaccarsi dal vissuto.
Il film Indomptables è stato girato in condizioni difficili, con risorse limitate, ma con una dedizione collettiva che ha segnato l’intera produzione. Come dice Ngijol, "l’umano ha vinto su tutto". E dalle immagini, questo si sente.
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