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Trama

Il film Dossier 137 racconta la storia di Stéphanie, un’ispettrice dell’IGPN (l’ispettorato che indaga sui comportamenti delle forze di polizia) incaricata di un caso delicato: un giovane manifestante gravemente ferito durante una protesta dei Gilet gialli. La sua indagine la porta a confrontarsi con una rete complessa di versioni contraddittorie, silenzi istituzionali, e testimonianze reticenti.

Il cuore del film Dossier 137 è l’indagine, ma anche la trasformazione interiore della protagonista, combattuta tra la fedeltà al proprio ruolo e la crescente consapevolezza del senso di giustizia. Girato con una sobrietà che restituisce rigore e realismo, Dossier 137 si addentra nei meccanismi delle istituzioni e nei dilemmi etici di chi vi opera. Un’inchiesta che è anche un confronto intimo con il dolore, la rabbia e la richiesta di verità da parte delle vittime.

Con il film Dossier 137, presentato in concorso a Cannes 2025, Dominik Moll prosegue il suo cinema d’indagine morale, raccontando il lavoro oscuro e spesso ingrato degli ispettori dell’IGPN, in un’epoca segnata dalla diffidenza verso le istituzioni. Lontano dal thriller spettacolare, l’opera privilegia il dettaglio realistico, l’osservazione dei gesti, la routine quotidiana delle procedure d’indagine. Le immagini di repertorio - ricostruite e in parte autentiche - diventano frammenti di verità da analizzare fino allo sfinimento, in un’indagine che ricorda Blow Up per la sua tensione tra immagine e interpretazione. Al centro, la figura di Stéphanie, interpretata con rigore e umanità da Léa Drucker, incarna la difficoltà di conciliare dovere e compassione, norma e coscienza.

Dossier 137 mette in scena la questione bruciante delle violenze istituzionali, ma lo fa evitando ogni semplificazione. Il film è costruito attorno al punto di vista di chi indaga, ma tiene sempre al centro le vittime, come il giovane Guillaume, invisibile eppure costantemente presente. Il rapporto tra Stéphanie e Alicia, testimone reticente ma cruciale, apre a una riflessione più ampia sulle fratture sociali: periferia e centro, silenzio e parola, paura e responsabilità.

Al contempo, il film Dossier 137 interroga lo spettatore sul ruolo dell’immagine (quella dei video di sorveglianza, dei cellulari, dei media) come strumento di verità o distorsione. E nel mezzo di tutto questo, momenti di leggerezza, umorismo, persino tenerezza, come i video di gattini che costellano il film: oasi dissonanti in un mondo segnato dalla disillusione.

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