Regia di Francesco Sossai vedi scheda film
Le città di pianura è un ritratto malinconico e disincantato del Veneto dei nostri giorni, che ci fa riflettere sulla crisi sociale ed economica di una generazione che ha perso il proprio posto nel mondo dopo il "miracolo" industriale. Il film è un bellissimo road movie che esplora i paesaggi della pianura veneta, ormai trasformati da un progresso indiscriminato, e ci mostra l'incompiutezza e il disorientamento di vite segnate da un consumo che non porta più a una reale libertà, ma ad una continua insoddisfazione. Il film si concentra molto su una generazione che, cresciuta con il mito del benessere economico del Nord-Est, si ritrova sbandata e "fuori dal sistema" dopo la crisi del 2008. La pianura veneta, con i suoi scorci di bruttezza omologata, capannoni industriali e case senza storia, diventano la metafora di un'Italia che ha perso la identità, e l'ossessione dei protagonisti per il bere ("l'ultima") rappresenta la ricerca di un senso e di una soluzione che non arrivan mai, simboleggiando una società sprecona e mai soddisfatta. Si può anche definire una sorta di "romanzo di formazione" sul vivere alla giornata di due personaggi adulti, che insegnano a un giovane studente d'architettura a vivere nel disincanto e senza punti di riferimento. Lo stile è un mix tra il cinema di Jarmusch, la commedia all'italiana (in particolare Il sorpasso di Dino Risi) e un'influenza veneta che si traduce in un'atmosfera malinconica e poetica, ma anche di grande realismo. La profonda caratterizzazione dei personaggi, unita a delle ottime interpretazioni e ad una sceneggiatura molto poetica, che mescola commedia e dramma, e una regia che valorizza il territorio con una forte impronta stilistica e visiva, sono i punti di forza del film. Anche la colonna sonora, che si integra perfettamente con l'atmosfera, da un grande contributo. "Le città di pianura" e un film che mi è piaciuto molto, e che consiglio, perché esplora il Veneto contemporaneo, e fa riflettere sul "miracolo" del Nord-est e sulla crisi del 2008 attraverso un viaggio surreale e malinconico. (Oltre ad essere un'indagine sulla società di provincia, sul rapporto tra paesaggio e memoria e sui "perdenti" che cercano un senso di connessione in un mondo in trasformazione.
Le città di pianura (2025): Sergio Romano, Pierpaolo Capovilla
Le città di pianura (2025): Filippo Scotti, Sergio Romano, Pierpaolo Capovilla
Le città di pianura (2025): Filippo Scotti, Pierpaolo Capovilla, Sergio Romano
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