Espandi menu
cerca
Le città di pianura

Regia di Francesco Sossai vedi scheda film

Recensioni

L'autore

alan smithee

alan smithee

Iscritto dal 6 maggio 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 335
  • Post 225
  • Recensioni 7125
  • Playlist 21
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Le città di pianura

di alan smithee
6 stelle

 

locandina

Le città di pianura (2025): locandina

AL CINEMA

"È di Napoli.... ma è bravo..."

 

"-Ma non crescete mai voi?

-.... siamo troppo vecchi per crescere..."

 

Tutto ha inizio il giorno in cui il "Gatto" e la "Volpe" decidono di andare a prendere all'aeroporto di Venezia il loro compare "Mangia fuoco", di ritorno dall'Argentina, ove era scappato tempo addietro per sfuggire ad una cattura derivante da una truffa ai danni di un'azienda di occhiali, presso la quale i tre lavoravano, e in cui solo i primi due sono stati colti in flagranza.

Bevitori incalliti, come chiunque in un contesto di immaginario collettivo piuttosto realistico inerente usi e costumi a Nord Est, i due amici si dilungano di bar in bar per "farsi l'ultima", fino ad incrociare, in territorio lagunare, tra i festeggiamenti di una laureanda, un timido "Pinocchio", e farlo diventare il loro nuovo posato e riflessivo compagno di viaggio.

È un po' una bizzarra, originale, a tratti esilarante attualizzazione della favola di Collodi di Pinocchio, quell'apprezzabile lavoro che, con Le città di pianura, sancisce il ritorno in regia dell'originale cineasta Francesco Sossai, dopo quell'interessante ed inquietante Altri cannibali, visto al TFF 39 nel 2021. Questo secondo lungometraggio del regista veneto Sossai, è una sorta di disincantato, bizzarro road movie misto a favola moderna, che esplora tematiche come l'amicizia, la dipendenza da alcol e, non meno, il disorientamento esistenziale tipico di un Nord-Est arrivato economicamente, ma non privo di strascichi e problematiche psicologiche ed tumorali, da parte di chi non è riuscito, o non ha voluto cavalcare l'onda favorevole, venendo conseguentemente inghiottito o scartato, restando, nella migliore delle ipotesi, come uno scarto passivo di una società razionale e costruttiva.

Sergio Romano, Pierpaolo Capovilla

Le città di pianura (2025): Sergio Romano, Pierpaolo Capovilla

Filippo Scotti, Sergio Romano, Pierpaolo Capovilla

Le città di pianura (2025): Filippo Scotti, Sergio Romano, Pierpaolo Capovilla

Lo sfondo è quello di una periferia industrializzata ove molti pensionati, dopo oltre quarant'anni di indefesso lavoro, magari premiati con un oggetto prestigioso da un datore di lavoro superficiale, annoiato e frettoloso, si riducono ad ingannare il tempo giocando a videopoker in tristi bar di provincia, illuminati da freddi neon acciecanti.

Le città di pianura mescola sapientemente commedia, ironia, malinconia e realismo, definendo i tratti peculiari di uno smarrimento che induce, finalmente, a ricercare un convincente e motivante significato nella vita, che non sia solo l'eseguire il proprio dovere professionale o di studente.

Arrivando così finalmente a riconoscersi con dignità tra tutti coloro - pur sempre una minoranza - che sono rimasti, loro malgrado, fuori dal sistema vincente, classificandosi come dignitosi perdenti.  Il film funziona molto grazie alla verve di due attori spiritosissimi e motivati come Sergio Romano (Carlobianchi) e Pierpaolo Capovilla (Doriano), eccellenti a tratteggiare la sintesi ironica e dolceamara di due cinquantenni scartati dal sistema, e costretti a vivere di espedienti.... e di cicchetti ricostituenti. Li assiste, nel ruolo di un Pinocchio saggio di cui sarebbe stato orgoglioso il Grillo Parlante, un Filippo Scotti sempre trattenuto, aggraziato, che sembra più interpretare una sorta di se stesso, piuttosto che un personaggio di un film, e che continua il suo pur recente percorso artistico felice di attore, azzeccando tutti i film in cui viene scelto.

Sergio Romano, Pierpaolo Capovilla

Le città di pianura (2025): Sergio Romano, Pierpaolo Capovilla

Filippo Scotti, Sergio Romano, Pierpaolo Capovilla

Le città di pianura (2025): Filippo Scotti, Sergio Romano, Pierpaolo Capovilla

Altro protagonista fondamentale è un Nord-Est italico disadorno, scorato, rassegnato, ma non ancora privo di desiderio di ironizzare o di prendersi in giro, in un contesto entro cui l'alcol, e l'ebbrezza che ne consegue, rappresenta un rifugio ideale, ma di fatto ben poco risolutivo, per proteggersi da delusioni e scoramenti, e dove, tra le incognite rimaste aperte, quella più ricorrente, complottistica ed esilarante, consiste nella scoperta del tanto vociferato cantiere che sta tracciando la famigerata tratta autostradale Lisbona-Treviso-Budapest. Tra i giri in una pianura spesso verde ed incolta, si arriva alla fine a trovare, orgogliosamente senza l'ausilio di Maps, la molto agognata (dal futuro architetto Giulio-Filippo Scotti), ed avveniristica, un po' inquietante, sin glaciale tomba di Carlo Scarpa, mentre tutta la storia è intrisa di musicalità "alcolica" sotto la supervisione di Krano.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati