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Weapons

Regia di Zach Cregger vedi scheda film

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La recensione su Weapons

di ANdaMI
7 stelle

locandina

Weapons (2025): locandina

 

È una notte come tutte le altre a Maybrook (Pennsylvania, USA) quando, scoccate le 02:17, tutti i bambini della classe della professoressa Gandy, eccetto uno, escono dalle proprie case, allargano le braccia come se stessero per spiccare il volo e, senza alcun motivo apparente, scompaiono senza lasciare traccia. L'intera comunità va nel panico e diverse persone, tra polizia, comuni cittadini e la stessa docente, inizieranno a porsi delle domande e a fare luce sulla faccenda, finendo però per scoprire qualcosa di terrificante. Questa è la trama di Weapons, il nuovo film di Zach Cregger, un comico datosi al cinema horror che aveva ottenuto una certa notorietà con il suo lavoro precedente, Barbarian (2022). Cregger è anche autore della sceneggiatura, figura tra i produttori della pellicola e ha pure collaborato alla sua colonna sonora. Del nutrito cast fanno parte: Julia Garner, Josh Brolin, Benedict Wong, Alden Ehrenreich, Austin Abrams, Amy Madigan, un giovanissimo Cary Christopher e altri.

 

Weapons (2025): Trailer ufficiale italiano

 

Fortunatamente per chi scrive (e anche per chi guarderà il film in futuro), Weapons possiede sia una forma che un contenuto, una combinazione spesso data per scontata ma che, all'atto pratico, non tutte le opere possono vantare. Personalmente, però, ho trovato la prima molto più interessante e posata del secondo. La narrazione del film di Cregger è costituita da punti di vista differenti che finiscono per intrecciarsi lungo la strada che porta alla verità. Ogni piccolo capitolo è raccontato attraverso lo sguardo di vari personaggi: la professoressa (Julia Garner), il padre di uno degli scomparsi (Josh Brolin), un poliziotto (Alden Ehrenreich), il preside della scuola (Benedict Wong), l'unico ragazzino "superstite" (Cary Christopher) e perfino un tossico in cerca di una dose (Austin Abrams). Tutte queste piccole storie appaiono mutilate, carenti di qualche piccolo tassello ma che, continuando a guardare, finiranno con il ricomporre il puzzle e dunque acquisire un senso effettivo. Cregger, ricorrendo ad un espediente squisitamente postmoderno, quasi un modello Pulp Fiction prestato all'horror, si dimostra bravissimo nel fornire continui indizi, macabre scoperte e pericoli inquietanti che invogliano a proseguire con la visione perché ciò che mostra e, soprattutto, come lo mostra, incuriosisce a tal punto da non volersi perdere nemmeno il più piccolo dettaglio. Nel fare questo, Cregger non dimentica di creare tensione e paura, riuscendoci discretamente. Il film è infatti ben girato, ben montato e musicato a dovere. La scrittura dei personaggi è un ulteriore punto positivo, ciascuno ha la sua personalità e un comportamento specifico, talvolta anche negativo e immorale ma proprio per questo affascinante e mai banale. Molto valide, poi, le interpretazioni di tutti gli attori, nessuno escluso.

 

Julia Garner, Josh Brolin

Weapons (2025): Julia Garner, Josh Brolin

 

Alden Ehrenreich

Weapons (2025): Alden Ehrenreich

 

Austin Abrams

Weapons (2025): Austin Abrams

 

Cary Christopher

Weapons (2025): Cary Christopher

 

Il vero problema, per me, è capire di cosa voglia davvero parlare Weapons. Il film fornisce tanti (ma tanti) spunti di riflessione sulla società umana e sull'America stessa. C'è un'evidente critica al giustizialismo, ma non solo. Manipolazione, abuso di potere, egoismo, le colpe e le insoddisfazioni delle vecchie generazioni scaricate su quelle nuove, lo smarrimento dinnanzi all'ignoto che degenera in violenza e perfino un accenno al problema delle armi da fuoco negli Stati Uniti. Tutto interessante, ovvio, ma se per molti tutte queste tematiche (alcune anche delicate) costituiscono un valore, per il sottoscritto rappresentano invece una curiosa confusione, un voler parlare troppo senza approfondire nulla in particolare. Inoltre, l'aver girato il film così bene, nel mio caso, mi ha distratto dal sottotesto, che in fin dei conti è fatto di buone idee ma dal fascino inferiore rispetto alla messa in scena, che continuo a considerare il vero piacere del film. Ma questo potrebbe essere un mio personale problema, motivo per cui mi sento di invitare chiunque stia leggendo a dare una possibilità a Weapons, perché se da una parte sono convinto della validità della sua costruzione filmica, dall'altra credo che altri spettatori riusciranno a farsi un'idea più chiara della mia su cosa volesse davvero dirci il regista. Per me non ha detto poi molto, ha però mostrato tanto e bene, non posso dunque negargli la promozione e ammetto di averlo gradito non poco.

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