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The Shrouds - Segreti sepolti

Regia di David Cronenberg vedi scheda film

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La recensione su The Shrouds - Segreti sepolti

di IlGranCinematografo
5 stelle

Un'opera che, anche a causa della latitanza di vertigini visuali davvero aggressive, ne esce soltanto esanime e farraginosa.

 

Teorico senza scampo ma allo stesso tempo minimalista al confine con un quieto (e persino intimo) nichilismo, quello di The Shrouds è oramai un David Cronenberg pienamente e orgogliosamente senile (più che maturo), che proprio per questo denuda il genere di ogni tentazione vitalistica e propositiva per porlo al servizio dei propri assilli (e/o vessilli) di tarda età, ma con un cuore ancora più rassegnato rispetto al di poco precedente Crimes of the Future. La necessità personale di affrontare un lutto sul piano artistico (quello della moglie Carolyn) è vicinissima a quella di Francis Ford Coppola per Megalopolis (peraltro in concorso a Cannes con Cronenberg) e viene qui tradotta dal regista in un tentativo – che sfida l'etica e la biologia, ma anche l'occhio (dell'uomo e del cinema) nel suo rapporto col tempo che passa e con l'emozione fluttuante che è generata da esso – di elaborare il trapasso del corpo attraverso il digitale (o magari di attestare, con titanica sofferenza, l'impossibilità di farlo), da parte di un Vincent Cassel che è palese "doppio" del regista stesso (la capigliatura non mente, come quella di Antonio Banderas in Dolor y gloria...): è la parte certamente più sentita di un film che però si perde – e alla fin fine si sgonfia – quando sposta il suo mirino dall'interno (delle tombe) all'esterno (del nostro mondo), cioè cercando di decifrare una modernità che è diventata incapace di sfogare il desiderio nell'immagine – o anche nel reale di cui è il simulacro – essendo l'immagine schiacciata da tutti i discorsi vacui che la circondano (tant'è che non ha importanza la necrofilia scopica in sé o la profanazione che la riguarda, ma i contorni che le vengono attribuiti da chiunque, nel corso dell'intera sceneggiatura, si sforzi a mano a mano di leggerla in chiave ambientalista, religiosa, geopolitica, medica, emotiva...), minacciando il primato della carne come fonte primigenia dell'eros e del dolore a favore dell'eccitazione che scaturisce dal virtuale (del quale le ipotesi di complotto non sono altro che propaggini verbali). E non bastano, tuttavia, un intreccio iperdialogato e percorso da piste paranoiche (intenzionalmente) inconcludenti e un affastellamento indiscriminato di schermi all'interno dello schermo a rendere perturbante un'opera che, anche a causa della latitanza di vertigini visuali davvero aggressive, ne esce soltanto esanime e farraginosa. E fatalmente impacciata nel vagliare temi caldi del contemporaneo come quelli della sorveglianza di massa e dell'intelligenza artificiale (chiaramente inadatti, in proposito, i personaggi dell'assistente informatica e dell'hacker interpretato da Guy Pierce). Degna di lode, ad ogni modo, Diane Kruger in un triplo ruolo e con tante scene di nudo.

Comunque ottime, come sempre, le musiche del fidatissimo Howard Shore.

Voto: 5 — Film INSUFFICIENTE

VISTO al CINEMA

 

Vincent Cassel

The Shrouds - Segreti sepolti (2024): Vincent Cassel

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