Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Forse eccessivamente lodato, "The Fabelmans" è comunque un coming of age sentito e partecipe, oltre che un omaggio al cinema dichiarato e profondo. Un cinema che svela e rivela, paradossalmente proprio attraverso montaggi e artifici apparentemente pensati per alterare la realtà. Un film di luci e soprattutto di ombre, che Spielberg non lesina a mostrare con sguardo attento e penetrante, lasciando scaturire da esse i momenti di cinema più alti del film (l'ossessione di Sammy per la riproduzione dell'"incidente"; il filmino della gita in montagna, con la madre che suona il pianoforte). Un'opera stratificata e delicata, con una regia sublime e interpretazioni eccellenti (scandaloso l'Oscar negato a Michelle Williams). L'autoreferenzialità va presa per data, accettata anche quando può sembrare un limite (quel bel finale solo per cinefili, con David Lynch che gigioneggia nelle vesti di John Ford). Oltre che la dichiarata autobiografia del regista, ne esce anche un vivido ritratto di individualismo americano, dove qualsiasi cosa è sacrificabile per "seguire il proprio cuore" (per citare le parole di Mitzi al figlio). Da vedere fuor di dubbio.
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