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Bloodline

3 stagioni - 33 episodi vedi scheda serie

Serie TV Recensione

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La recensione su Bloodline

di chiesaman
6 stelle

LA TRAMA:


I Rayburn sono una famiglia dalla reputazione impeccabile di fronte alla loro comunità, nell'arcipelago delle Florida Keys. Quando Danny, considerato la "pecora nera" della famiglia, torna in città per il 45º anniversario della locanda gestita dai genitori, minaccia di rivelare oscuri segreti.

Danny è in fuga da qualche malavitoso di Miami al quale doveva del denaro preso in prestito per avviare la sua attività: un ristorante di buon livello. Per evitare di fare la fine del ristorante (bruciato come avvertimento), ritorna alla casa dalla quale era fuggito parecchio tempo prima, a seguito dei pesanti maltrattamenti fisici e psicologici subiti da parte del padre: Robert Rayburn riteneva il suo primogenito responsabile della morte della figlia prediletta, Sarah, annegata da bambina durante un'imprevista gita in motoscafo con la quale Danny aveva cercato di sottrarla a una situazione di estrema tensione domestica, con la madre pronta a fuggire. Assistiamo alla ricostruzione di questo essenziale trauma del passato attraverso una lunga e ripetuta serie di flashback distribuiti lungo tutte le puntate: ogni flashback aggiunge un particolare in più rispetto al precedente, e alla penultima puntata il quadro è completo.

Danny, che nasconde un figlio segreto, come si scopre al finale della serie, ha due obbiettivi in mente, col suo ritorno nella famiglia che l'ha trattato come un paria: inserirsi nel business dei Rayburn per recuperare il denaro necessario a saldare il suo debito col racket, e allo stesso tempo vendicarsi dei genitori e dei fratelli, colpevoli anni prima di aver testimoniato il falso davanti alla polizia per difendere il padre che aveva picchiato Danny a sangue sconvolto dalla morte della figlia. Per ottenere il risultato più in fretta possibile s'inserisce negli affari di un trafficante di droga locale conosciuto attraverso il suo migliore amico, uno sbandato che vive di espedienti ospite della sorella, Chelsea, la quale ha sempre avuto un debole per Danny, ricambiata. Il piano, oltre ad accumulare bottino attraverso i proventi della droga, importata tramite il commercio del pesce per il ristorante dell'albergo dei Rayburn, è quello di far ritrovare parte della sostanza sulla proprietà della famiglia, causando così il sequestro dei beni di tutti e la rovina pubblica e materiale a seguito delle indagini della DEA.

All'inizio Danny, una figura scostante e ombrosa, dipendente da fumo, alcol e antidolorifici, mantiene un comportamento dimesso, all'apparenza umile e indifeso, per rientrare nelle grazie dei genitori e dei fratelli, tutti molto nervosi e preoccupati per il suo ritorno, a causa della pesante eredità psicologica che portano ancora dentro. Col passare del tempo il suo agire si fa sempre più ambiguo, ed egli minaccia separatamente tutti i membri della famiglia: il padre colpevole dell'aggressione che ancora lo invalida, la madre che ha sempre fatto finta di niente, i fratelli che l'hanno cacciato e cercano di tenerlo alla larga dall'azienda di famiglia perchè si vergognano di lui e di loro stessi per le vicende del passato. Verso il finale della stagione, quando il gioco incrociato di ricatti e diffidenza è giunto all'estremo, acuito ormai dall'assenza del padre, morto all'improvviso d'infarto, Danny svela il demone vendicativo che lo anima e si fa prepotentemente aggressivo, minacciando i figli e la moglie di John, il fratello detective, assalendo mascherato,  picchiandolo e derubandolo, il fratello barcaiolo Kevin e ricattando la sorella avvocato Meg per via del di lei tradimento nei confronti del fidanzato, il detective Diaz, partner di John.

Di fronte alla portata di tali minacce i fratelli, scoperto nel frattempo il traffico di droga messo in piedi da Danny sotto il loro naso, si riuniscono per decretare una soluzione d'emergenza, chiedendo alla madre di allontanare il delinquente e tagliarlo fuori dal testamento del padre. Questo perchè Sally Rayburn, vinta dal senso di colpa, aveva riaccolto il figlio lontano a casa affidandogli la gestione della cucina e altre responsabilità proiettate nel futuro, credendo alla di lui promessa di volersi fermare per sempre, e prendere il posto del padre. La madre ancora crede alla buona fede di Danny ma gli altri fratelli hanno capito chiaramente che la minaccia fa neutralizzata.

In un incontro con Danny per cercare di convincerlo a partire, John perde il controllo e lo uccide. Subito dopo crolla, e viene portato in ospedale da Meg, mentre Kevin nasconde il corpo di Danny. Mentre recupera le forze in ospedale John elabora un piano, e lo attua insieme a Kevin e Meg: la droga viene spostata a casa di Danny, a Miami, prima che la DEA faccia irruzione sul terreno dei Rayburn. Kevin, prima della cerimonia dedicata alla famiglia Rayburn da cui tutto è partito, usa il telefono di Danny per far credere alla madre che il figlio è ancora vivo. Ma non è così: John ha dato fuoco al cadavere su di un motoscafo in una caletta naturale, come quelle che i criminali complici di Danny hanno usato per trafficare droga e esseri umani. Grazie alla collaborazione di Meg che tiene tranquilla la madre John riesce a ingannare i colleghi di Polizia e DEA, spacciando la morte di Danny come il risultato di una vendetta da parte del boss locale per la sparizione del carico di cocaina.

Dopo diverse settimane le acque si sono calmate: Meg ha lasciato il fidanzato storico, il detective Marco Diaz e si è trasferita a New York, avendo accettato l'offerta di lavoro di un pool di avvocati conosciuto, Mamma Rayburn si è messa il cuore in pace confessando i suoi peccati all'ex detective Potts, incaricato dell'indagine sulle percosse a Danny tanti anni prima, il quale finse di credere alle bugie dei Rayburn per non dover arrestare il suo amico Robert, precedentemente compagno nella marina militare. John Rayburn ha raccontato una versione molto edulcorata di tutta la storia ad un comitato elettorale: sta per considerare la candidatura a sceriffo della Contea.

Mentre John e i suoi sono a cena all'aperto nei pressi della loro casa uno sconosciuto con la faccia allucinata si avvicina dal buio. E' il figlio di Danny.

 

13 puntate da un'ora di cui almeno 4 o 5 assolutamente innecessarie per lo sviluppo della vicenda e dei caratteri dei personaggi, già chiari e delineati dopo 2 o 3: Danny Rayburn il figlio ferito e abbandonato è un subdolo vizioso pezzo di merda che si merita tutto il male che gli capita; Robert Rayburn, un insignificante Sam Shepard, è il solito padre duro e anaffettivo; John Rayburn, il secondogenito, un paciocco tradizionalista tutto d'un pezzo (alla fine il meno odioso); Meg Rayburn, la classica wannabe borghese scopatrice in giro senza motivo che non sia la fuga dall'oppressione familiare: ha fatto l'avvocato giusto per occuparsi degli affari di casa; Kevin Rayburn, un isterico vitellone che raramente viene inquadrato senza una bottiglia o un bicchiere in mano: si riscatta parzialmente solo alla fine, assumendo, a 40 anni, il comportamento di un 20enne medio e sano; Sally Rayburn, la classica matriarca d'altri tempi, innamorata prima del marito e poi dello status quo, cieca e sorda ai bisogni e alle necessità eccezionali dei figli... altro personaggio senza sapore; poi ci sono i corollari: l'incredibile detective Diaz, un fenomenale poliziotto che si fa cornificare a nastro senza accorgersene e poi si beve senza battere ciglio la mitragliata di panzane del suo collega John; Chelsea O'Bannon, la squinzia di Danny, topolona fuori misura considerato che è la sorella del migliore (?!?) amico di Danny, un totale freak brutto come il peccato (un peccato noioso, però); la moglie di John, adeguatamente carrozzata, è invece una bella sorpresa: ansiosa, possessiva, aggressivamente remissiva, complice ignara e comprensiva: la perfezione cinematografica; i figli di John, due perfetti adolescenti idioti, compaiono poco ma rimangono funzionali alla faccenda; cubani, messicani e chicani assortiti ovviamente sono tutti lazzaroni, ubriaconi o delinquenti. Mentre i negri sono grossi ma dediti e ubbidienti. Thanks Obama.

I flashback sono francamente insopportabili: nonostante la bella fotografia, continuano a ripetersi uguali con una minima aggiunta ad ogni puntata: ma tanto ci siete già arrivati a metà serie. Così come per il resto: non succede nulla di particolare, perdendo le puntate 4-9 non mancate una virgola della vicenda.

 

In conclusione una classicissima americanata su una famiglia problematica con un increscioso segreto del passato (padre che mena il figlio, capirai che roba...) e un presente stantìo che un evento esterno/interno (lo straniero che è anche un fratello) rischia di devastare come un uragano tropicale, ma velenoso. Due palle. Al confronto Better Call Saul è una serie action.

Ad ulteriore colpa degli autori: la splendida natura della Florida di confine non viene sfruttata a dovere. Solo cartoline di sfuggita, barche parcheggiate in piscina, grilli&cicale dopo il crepuscolo e un po' di insettame fastidioso (solo John schiaccia le zanzare, però).

La sceneggiatura, dedicata al pueblo ammeregano, è come di consueto povera e priva di spunti (c'è di buono che si può guardare senza sottotitoli), ma quello che, devo ammetterlo, garantisce la sufficienza (mediocre) al tutto: la recitazione insolitamente ben riuscita, nettamente al di sopra della media, aderente ai caratteri in maniera gradevole ed efficace (per esempio in Bosch è pessima). Su tutti spicca ovviamente Mendelsohn per il suo ritratto di un uomo disgustoso, ma soprendentemente in parte pure Chandler, la Cardellini e la Barrett.

Eh già: la recitazione di gran livello è l'unico motivo per vedere Bloodline.

 

Be', e naturalmente l'altro è scoprire cosa vogliono far succedere nella seconda serie, visto che si sono inventati 'sta mandrakata del figlio segreto (espediente narrativo veramente fiabesco, considerato che il detective John... ah già, che il detective John arriva sempre un po' tardi).

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