1 stagioni - 6 episodi vedi scheda serie
Se volete gustarvi una serie tutta al femminile ecco "Il serpente dell'Essex", mini-serie britannica di 8 episodi diretti da Clio Barnard, basata sul romanzo di Sarah Perry.
"Il diavolo poteva sedurre solo per mezzo del serpente" - Sant'Agostino.
Nell'Inghilterra di fine 1800 una giovane e benestante donna londinese, di recente vedovanza, studiosa e appassionata di scienze naturali, scopre la notizia dell'apparizione di un mostro nell'Essex, una creatura mitica e leggendaria che ha portato scompiglio, terrore e morte nella piccola cittadina di Aldwinter. La protagonista è Cora (Claire Danes), donna colta, coraggiosa, forte, intelligente e decisa, turbata da ricordi dolorosi, percepiti solo da brevi immagini, di un marito violento. Di mentalità estremamente aperta e fermamente credente nella scienza e nell’evoluzionismo, decide di partire con il figlio e l'amica-governante Martha (Hayley Squires) per la cittadina di pescatori in cerca di indizi sull'esistenza di questa antica creatura, sperando di trovare il leggendario serpente in qualche modo sopravvissuto alla sua estinzione. Ma nella cittadina si ritroverà nella sua teoria sola, circondata da pregiudizi, superstizioni, da persone fortemente radicate nella fede, in antichi rituali e nella convinzione che il mostro sia l'avvento del demonio. In suo sostegno morale la raggiungerà da Londra il giovane e promettente chirurgo Luke Garrett (Frank Dillane), fidato amico nonchè medico del defunto marito. Nel frattempo Cora farà conoscenza col reverendo William Ransome (Tom Hiddlestone), uomo estremamente colto e più accorto dei suoi fedeli, e stringerà un forte legame con la sua famiglia, soprattutto con la moglie Stella (Clemence Posey). Da qui inizieranno una serie di problemi, affettivi e non, Cora si scontrerà con una mentalità arcaica, retaggio di antiche tradizioni e di una fede anacronistica, e con l’amore impossibile per Will. Decisivi in questa storia saranno i rispettivi ruoli delle donne, su cui fa perno tutta la vicenda: dalla visione scientifica a quella visionaria di una donna anticonformista impegnata nell’affermazione dei diritti dell’uomo, dalla moglie devota che sperimenta i sentimenti di speranza e rassegnazione, alla giovane ragazzina che grazie alla sua “autopunizione” pensa e crede di aver salvato il suo villaggio.
Tutta la narrazione si focalizza sui caratteri delle protagoniste che, semplicemente, senza troppa enfasi nei dialoghi, dimostrano la loro indipendenza e coraggio slegate da qualsiasi vincolo o rapporto con l’uomo. Sono ben strutturate nella sceneggiatura, diverse, ma omogenee e funzionali tra loro. Perfino Hiddlestone, per quanto bravissimo, e Frank Dillane (per me un grandissimo attore da seguire…) sembrano la perfetta cornice di questo quadro femminile.
Una serie riuscita, anche se le ultime due puntate perdono un po' di mordente. L’accusa alla società inglese è palese e forte, ma ingentilita dagli splendidi paesaggi, dalla grazia e dalla femminilità, dai costumi impeccabili, dalle sfumature di colore che anticipano e profetizzano il finale, tra il gotico e il mistico, queste tonalità di blu e azzurri a sciogliere tutti i nodi della storia, ad anticipare l’avvento di una ritrovata serenità e quiete.
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