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Allen v. Farrow

1 stagioni - 4 episodi vedi scheda serie

Serie TV Recensione

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La recensione su Allen v. Farrow

di mm40
1 stelle

Nel 1992, dopo oltre dieci anni di relazione sentimentale e artistica, Woody Allen tradisce Mia Farrow con la figlia adottiva di lei (e del suo precedente marito). Mia Farrow, scoperta la tresca, minaccia scandali e cause e di conseguenza, come si fa sempre in questi casi, Woody Allen per ripicca un pomeriggio stupra un'altra figlia adottiva della Farrow, di 7 anni di età. Due processi su questo presunto stupro finiscono in nulla di fatto e i verdetti parlano chiaramente di manipolazione della bambina di 7 anni da parte della madre, per evidenti motivi. Ma è chiaro che le giurie erano farlocche, i processi pilotati e Mia Farrow e una delle sue figlie hanno ragione.


Un documentario di 4 ore su un caso di stupro in cui parlano solamente la presunta vittima e gli altri accusatori, senza prevedere alcun contraddittorio da parte dell'accusato, che accidentalmente è uscito innocente da tale caso, è davvero una cosa bizzarra. Allen v Farrow è tv spazzatura ai massimi livelli e la HBO che lo ha prodotto e diffuso è complice di tale oscenità, un'offesa maiuscola a #metoo e a tutte le vittime di molestie sulla faccia del pianeta. A decretare l'assurdità delle pretese del lavoro è inconsapevolmente il titolo, che evidenzia efficacemente il nodo centrale della storia: la volontà di rivincita di Mia Farrow nei confronti di Woody Allen – notare come la figlia adottiva, vittima di uno stupro secondo quanto inculcatole in mente dalla madre a soli 7 anni, non compaia affatto nel titolo. I momenti esilaranti si sprecano, se non fosse che in fin dei conti si sta parlando di una donna (ormai la bambina del 1992 è diventata adulta, e madre a sua volta) traumatizzata a vita dalla madre fuori di testa. Interessante anche il ruolo riservato a Moses, altro figlio adottivo della Farrow, che però ha ridicolizzato le accuse di stupro nei confronti della sorellastra e preso sempre le difese di Woody Allen: Moses compare solo quando fa comodo a Mia Farrow e magicamente svanisce non appena la potrebbe contraddire. In questo dettaglio, e nella parte di primo piano affidata a Ronan Farrow (figlio adulterino della Farrow e di un anziano Frank Sinatra, da sempre soggiogato alle volontà materne e quindi portavoce delle menzogne e delle calunnie di Mia), si riassume la serietà dell'intera opera. La confezione è piuttosto curata, ma ciò non basta a salvare l'insalvabile; sarebbe come dire che vale pur sempre la pena vedere un elegante e rifinito documentario del nipote di Goebbels sull'inesistenza dell'olocausto. 1/10.

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