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Only Murders in the Building

4 stagioni - 40 episodi vedi scheda serie

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La recensione su Only Murders in the Building

di mck
8 stelle

Scoordinati Movimenti Pelvici Durante il Sesso e l’Eterno Ritorno della Carta da Parati, ovvero: “Embrace the mess. That's where the good stuff lives.”

 

 

Only Murders in the Building” abbraccia il caos, perché è lì che si celano le cose migliori (che alla meno peggio possono sempre tornare buone e utili per un bel podcast amatoriale...).

L’edificio del titolo (Eyes Wide Shut + Birth + Rosemary’s Baby + Manhattan Murder Mistery), un monolitico casermone quadrilatero in stile “rinascimentale” situato all’incrocio fra una street e un’avenue (praticamente l’enorme condominio d’appartamenti occupa un intero isolato) nell’Upper West Side (sì, l’arrondissement della Grande Mela ove hanno casa Antonio Monda e il suo Ficus benjamin, er mejo fico del circondario) di Manhattan, New York, è l’Arconia (interpretato - facciate e grande cortile/giardino interno - dal Belnord), ed è un personaggio (un intero piccolo paesino nella mega-metropoli) vero e proprio, a incominciare dagli splendidi titoli di testa ad opera di Laura Pérez (in stile Al Hirschfeld & the New Yorker) coadiuvata dalla produzione artistica dell’encomiabile Elastic.

 

Poi, ci sono loro: i due Martin (nome e/o cognome), Steve [tanti Carl Reiner e Frank Oz (“Little Shop of Horrors”), e poi “¡Three Amigos!” di John Landis, “Roxanne” di Fred Shepisi, “Planes, Trains & Automobiles” di John Hughes, “Grand Canyon” di Lawrence Kasdan, “the Spanish Prisoner” di David Mamet e “Novocaine” di David Atkins, mentre, cinematograficamente parlando (ché negli ultimi 10 anni ha continuato a scrivere pièce teatrali ed incidere dischi bluegrass), è stato fermo un decennio prima di creare e showrunnerizzare, con John Hoffman, questa “OMitB” per 20th Television e Hulu], e Short [altra - anzi: ancor più - bestia da palcoscenico: sempre “¡Three Amigos!” (Chevy Chase comunque vive a New York…), poi “Innerspace” di Joe Dante, “Mars Attacks!” di Tim Burton, “Mumford”, ancora di Kasdan, una piccola “linea” in “Weeds”, e “Inherent Vice” di PTA], e Selena Gomez (“Spring Breakers”, “In Dubious Battle”, “the Dead Don’t Die”, “A Rainy Day in New York”), con Amy Ryan, Nathan Lane, Tina Fey, Jane ♥ Lynch (nei panni di Sazz Pataki, che però mi ricorda anche qualcun altro, mah…), Da'Vine Joy Randolph, Jackie Hoffman, Jayne Houdyshell e Gordon Matthew Sumner (nei panni di Sting).

 

 

“Voglio che sia meglio di una confessione nel cesso alla Jinx.”

E “Only Murders in the Building” è intelligente, divertente, intrigante, raffinato e paradossalmente realistico (dal PdV delle caratterizzazioni dei personaggi, ma non solo).
4 dei 10 episodi (i primi e gli ultimi) sono diretti da Jamie Babbit (SwingTown, United States of Tara, Girls, Russian Doll), mentre gli altri, a coppia, sono girati da Gillian Robespierre, Don Scardino e Cherien Dabis.
La fotografia è di Chris Teague, il production design è di Curt Beech, l’art direction di Jordan Jacobs, il set decoration di Rich Murray, i costumi di Dana Covarrubias e le musiche originali di Siddhartha Khosla, mentre per quanto riguarda la supervisione musicale non originale… dopo aver ascoltato “the Zither Player” di Félix Lajkó nella versione dei Dirty Three di Warren Ellis & C., nel mezzo del pilot, e “la seconda parte” di “Don’t Be Scared” di Daniel Johnston, alla fine dello stesso, mi son detto che lì doveva esserci lo zampino di Bruce Gilbert (sodale di Jenji Kohan per la quale ha curato magnificamente la scelta delle canzoni per la colonna sonora di “Weeds”, “Orange Is the New Black” e "GLOW"), ed infatti eccolo lì, spuntare (affiancato da Lauren Marie Mikus) sui titoli di coda: e, oltre ad Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan, the Supremes, Jan & Dean, Caribou, Joshua Henry (dal “Carousel” di Rodgers & Hammerstein) e Ludwig Van Beethoven, Frederic Chopin, Gabriel Fauré, ecco che nell’8° ci regalerà anche “Keep Searchin' (We'll Follow the Sun)” di Del Shannon

 

 

Un momento per tutti: la performance di Steve Martin nel locale caldaie.

“E qui si conclude l’episodio finale di “Solo Omicidi nel Palazzo”. Torneremo, nella remota ipotesi che un altro vicino venga assassinato, o che si presenti un caso ancora più pericoloso. Chi vi parla è il vostro Charles-Haden Savage.”
La seconda stagione è già stata ♥ confermata.

Oltre a “the Jinx” di Andrew Jarecki (“Capturing the Friedmans”), nello specifico, a proposito di podcast, straconsiglio l’ascolto di questo, dedicato ai crimini di sangue "comuni" della Milano da cronaca nera nel periodo compreso tra il dopoguerra e la metà degli anni ‘70: https://www.radiopopolare.it/trasmissione/radiografia-nera/.

Only Murders in the Building”: scoordinati movimenti pelvici durante il sesso e l’Eterno Ritorno della Carta da Parati, ovvero: “Embrace the mess. That's where the good stuff lives.”

 


Voto: * * * *. Un 8, pieno.     

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