Espandi menu
cerca
Too Old to Die Young

1 stagioni - 10 episodi vedi scheda serie

Serie TV Recensione

L'autore

alan smithee

alan smithee

Iscritto dal 6 maggio 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 315
  • Post 214
  • Recensioni 6378
  • Playlist 21
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Too Old to Die Young

di alan smithee
6 stelle

locandina

Too Old To Die Young (2019): locandina

FESTIVAL DI CANNES 2019 - FUORI CONCORSO 

"Il viaggio esistenziale di un killer per diventare un samurai". Così, tramite una frase di fatto vaga ed imprecisa, ma di sicuro effetto accattivante, quelli di Amazon presentano, con la doverosa scaltrezza che li ha resi la potenza che sono attualmente, l'ultima fatica cinematografica - anzi televisiva - anzi nessuna delle due, che il talentuoso regista danese ha presentato fuori concorso all'ultimo festival di Cannes, facendo vedere due tra gli episodi più riusciti del suo affascinante, cupo e sanguigno serial: la puntata numero 4 e 5, dopo tre primi episodi di carattere introduttivo, un po' prolissi e così preparatori da rendere impossibile farli divenire epicentro di una presentazione ufficiale presso l'esclusiva vetrina cannese.

Miles Teller

Too Old To Die Young (2019): Miles Teller

Jena Malone

Too Old To Die Young (2019): Jena Malone

Martin (un Miles Teller impietrito come da copione, ma non per questo non perfetto per la complessa parte per cui è stato scelto e preferito ai concorrenti) è un giovane poliziotto di poche parole che -  sconvolto dai sensi di colpa dopo che alcuni killers hanno ucciso il suo logorroico collega al posto suo, reo secondo loro di essere stato l'autore dell'uccisione involontaria, avvenuta invece per opera di Martin, di una potente ed ancor affascinante donna-boss, esponente messicana di una cosca di trafficanti di droga - si traforma poco per volta in un angelo della vendetta, nume tutelare di tutti coloro che sono risultati vittime di abusi sessuali, con particolare attenzione per i minorenni, entro una città degli Angeli degradata al più turpe tra i commerci di natura sessuale: quello dello sfruttamento di minori.

Lui, proprio lui che frequenta una studentessa ancora minorenne figlia di un laido uomo d'affari (William Baldwin ottimo nel tradursi spregevole oltre ogni immaginazione, disgustoso e terrificante quasi come il personaggio di Dennis Hopper in Velluto Blu di Lynch) che vede in lui, l'avversario destinato a portargli via quella gemma di figliola, ovvero il vero nemico da abbattere, da annientare. 

locandina

Too Old To Die Young (2019): locandina

Lui, quel Martin che - venuto in contatto con l'ex collega soprannominato One Eye Jack (John Hawkes), malato terminale che agisce nella sua opera di angelo giustiziere di un male assoluto, su istigazione-suggerimento prezioso se non indispensabile di una eccentrica medium (Jena Malone, attrice particolarmente cara a Refn) votata a battersi contro gli abusi di minori - ne vuole continuare l'opera purificatrice, a partire dal liberare la propria donna dal giogo del suo viscido padre possessivo e maniaco.

Ma non ha fatto i conti, il silenzioso Martin, con l'ira e la sete di vendetta che anima i due spietati figli della boss assassinata: Jesus (Augusto Aguileira, spesso nudo e sensuale, pericoloso come una belva rancorosa messa al muro che tenta il tutto per tutto per salvarsi e uccidere il proprio rivale), il figlio omosessuale della capa, ragazzo combattuto e divenuto psicolabile dal dolore per la perdita materna, in cerca di riscatto e credibilità, e la temibile Sacerdotessa del male (Cristina Rodlo), donna che come una torera, è in grado di giustiziare lentamente le sue vittime maschili oggetto della sua premeditata azione di pulizia.

John Hawkes

Too Old To Die Young (2019): John Hawkes

Finirà male, in un bagno di violenza e sangue senza fine, tra i neon sfocati dei locali malfamati e le strade notturme di una Los Angeles perduta tra sete di potere, perversione lynchana, e violenza senza controllo che esplode in radi, centellinati, ma indimenticabili ed impressionanti, efficacissimi scatti di violenza senza controllo, e dagli effetti quasi sempre letali.

Che Refn sa rappresentare in forma solenne con momenti di alta scuola cinematografica che non possono non essere lodati e riconosciuti come grandi momenti di cinema. 

La storia di oltre dodici ore si racconta o riassume in poche righe, anche meno di quelle utilizzate poco sopra, ma Refn approfitta dei dilatati tempi di derivazione televisiva - qui appannaggio di uno streaming ad uso e consumo di abbonati di un mercato on line che tenta, con un certo successo, di alternare l'oggetto di puro svago o moda, all'articolo di derivazione artistica come è un prodotto di un autore cinematografico premiato ed apprezzato ovunque - per impiegarci circa una dozzina di ore. Ecco perché anche i registi più stimati e talentuosi come Lynch o lo stesso Winding Refn, finiscono per farsi attirare in queste fortunate spirali in nome di una serialità che finisce per valorizzarne le caratteristiche artistiche.

Miles Teller

Too Old To Die Young (2019): Miles Teller

Una tecnica di racconto, quella di Refn in questo suo noir raffinato e sospeso, che crea spesso, nel pubblico che sa stare al gioco, una sorta di irresistibile assuefazione, permettendo allo spettatore di inquadrare più comodamente i suoi personaggi, di seguirli senza doverli abbandonare, magari per sempre, dopo due sole ore di visione pur appassionata, ma destinata a terminare troppo presto, quelli che diventeranno i protagonisti di altre successive ed appassionate occasioni di approccio scandite a ritmi ed appuntamenti lungo la settimana. Lo streaming poi concede piena libertà di approccio, annullando ricorrenze obbligate e soingendo l'utente intetessato a trovarsi gli spazi ed i tempi a cui potersi dedicare al proprio serial del cuore. Pertanto, anche in produzioni d'autore straordinarie quali l'ultimo Twin Peaks di David Lynch, la sensazione che, più di ogni altro, il cinefilo di tipo tradizionale legato alla sala cinematografica e alle produzioni formato standard prova nella visione di queste opere (a parte i meravigliosi eccessi di durata di autori stimati ed ammirati come il filippino Lav Diaz o il tedesco Reisz di Heimat, la cui durata sopra la media delle rispettive opere non ha certo ripercussioni o strategie a fini commerciali), è quella di trovarsi di fronte ad un soggetto spesso anche ottimo, sviluppato tuttavia secondo una dilatazione narrativa fuori misura che spesso suscita sentimenti di insofferenza se non vera e propria noia.

Nicolas Winding Refn

Too Old To Die Young (2019): Nicolas Winding Refn

Ma la serialità, oltre a far comodo ai distributori per la possibilità di contenere molti spazi pubblicitari fertili dal punto vi vista dei ritorni commerciali, consente anche all'autore di concentrarsi su dettagli e tasselli stilistici che, all'interno di un prodotto legato alle più sintetiche strutture cinematografiche dei prodotti da sala, rimane spesso vittima di crudeli tagli in sede di montaggio, che in qualche modo censurano la verve artistica dell'autore. Scritto dall'autore in collaborazione con il fumettista Ed Brubaker, Too old to die young cristallizza l'azione per arrivare alla contemplazione infinita dell'attimo cruciale. Il gioco, tutto autoriale, funziona spesso, zoorattutto al fine, lecito e comprensibile, di dare lustro al nome del cineasta e permettere al gran regista danese di perdersi nel suo stile contemplativo studiato in ogni particolare, in grado di dar vita, più che ad una o due storie destinate a convergere, a veri e propri personaggi che diventano ognuno monumento ed emblema di un bene ed un male spesso difficilmente scindibili: preda e predatore che si scambiano i relativi ruoli, in un complesso intrigo tutto perversioni, male inestirpabile anche usufruendo di intuizioni di petsonaggi dotati di poteri certo straordinari, ma non così tanto da rendersi in grado di sconfiggere il male.

Alla fine questo Too old trasuda stile cinematografico impeccabile e una ormai consolidata capacità di organizzare, stilisticamente e tecnicamente, scene madri maestose per inquadrature, costruzione e novimenti di macchina. Peccato per tutto il vuoto cosmico pur stiloso che contraddistingue quei 3/4 di un'opera di oltre 12 ore, che sono davvero troppo per ridursi a pura contemplazione di un nulla affascinante, ma che resta pur sempre un vuoto totale, anche se d'autore. 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati