Ogni qualvolta torno a Milano mi si stringe il cuore ; quella che diede inizio al miracolo economico italiano degli anni cinquanta, era una città allegra e ordinata, con una popolazione laboriosa che non stava mai ferma ; a camminare per le strade sembrava di stare in un formicaio, la tendenza dei passanti era di sorpassare chiunque fosse davanti davanti e se rallentavi il passo creavi ingorghi pedonali. Si parlava del "laurà" , "laurà", "laurà" .; ma non era una questione di soldi, bensì del prestigio personale di partecipare alla grande giostra del boom. Poi vennero gli anni '60 con le vie perennemente spazzate dai cortei , con slogan e canti che entravano dalle finestre e rallegravano le giornate di chi lavorava in centro città; durò poco, perché la musica dei cortei pian piano venne sostituita dalle sirene dei celerini, gli scoppi dei lacrimogeni , i megafonidella "pula" che gracchiavano appelli incomprensibili ; successivamente, apparirono i morti quotidiani sull'asfalo, gli spari delle P38 : Milano si chiuse in sè stessa orripilata; un coprifuoco spontaneo indusse i milanesi a non uscire più la sera , i muri si imbrattavo di scritte deliranti che solo pochi negozianti tentavano di cancellare . Nel frattempo il craxismo inventava la "Milano da bere" ed iniziò un'ebbrezza alcolica basata su di una falsa ripresa economica ed una forzata pubblicizzazione di un benessere che esisteva solo per i politici e i faccendieri. I milanesi invece combattevono con mille difficoltà. Il dopo craxi continuò a propagandere queste false illusioni, sventrando la città per opere megagalattiche e speculative mentre l'invasione di popolazioni migratorie veniva stipata in ghetti periferici fatiscenti o in strade semicentrali dove si crearono veri e propri domini di mafie di varie nazionalità. oltre alle nostre. I muri sempre più imbrattati, i fiumi sempre più inquinati, la malavita sempre più presente in bivacchi nei punti sensibili quali le stazioni e la metropolitana. Il traffico caotico non aiuta ,e il povero milanese , schiacciato tra molti doveri e pochissimi diritti è diventato isterico e intrattabile. Non riesce nemmeno più a vedere la TV da quando gli anno tolto l'analogico : il DT non funziona bene da nessuna parte !! Alcuni film raccontano questa storia meglio di me.
Con Gian Maria Volonté, Don Backy, Tomas Milian, Ray Lovelock, Ezio Sancrotti
Con il benessere cresce la criminalità ; la vecchia "ligera" si trasforma in bande isolate e spietate nella ricerca dei soldi altrui (Cavallero, Lutring, Vallanzasca)
Un film poco noto della Wertmueller che invece descrive a meraviglia il caos di Milano negli anni '70. Indimenticabili le scene nelle cucine del grande ristorante.
Bellissima la figura di Piero Mazzarella, barbone milanese , simbolo del dopo boom , che si aggira per i navigli e pranza tra le guglie del duomo, sotto la madonnina.
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