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C'era una volta in Anatolia

Regia di Nuri Bilge Ceylan vedi scheda film

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Thrombeldimbar

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La recensione su C'era una volta in Anatolia

di Thrombeldimbar
3 stelle

C'era una volta il West, no c'era una volta in America, no "C'era una volta in Anatolia" è il titolo che fa riferimento opportunamente al cinema di oltreoceano.. e sì, c'è anche la noia, camuffata maldestramente all'interno di un concetto narrativo molto "nerdconvenzionale" (come sono solito affermare non di rado per questi generi). Questa prevedibile e notturna epopea frutto dell'immaginazione del regista turco Nuri Bilge Ceylan, ha tutti i profumi e i sapori del cinema autoriale truffaldino. 

Anche se, ovviamente, si possono trovare spunti interessanti per i soliti dibattiti da serie ‘professoroni spocchiosi’ alla Guidobaldo Maria Riccardelli, tutto ciò per come la vedo io (come sanno bene i pochi sfortunati che leggono le mie racensioni, se ce ne sono), non è altro che la referenziale chiave di lettura condizionata dal genere proposto che molti cinofili adottano, e questo nuoce non poco alla giusta critica. In parole povere il film è stancante, impegnativo da seguire. 

Anatolia, il film inizia già "iniziato" e c'è da trovare un cadavere, gli indiziati dell'omicidio ci sono già, sono due scappati di casa delle steppe limitrofe. Come del resto non mancano i buoni, il Commissario di Polizia Naci (Yilmaz Erdogan) con i suoi sottoposti, il Procuratore Nusret (Taner Birsel), il Dott. Cemal (Muhammed Uzuner) e un militare con un fuori strada a controllare le indagini. Le vetture seguono la traiettoria tortuosa della strada nel mezzo della campagna e i fari illuminano nella notte un paesaggio brullo ma "coinvolgente", quasi arcaico. Questa caratteristica è la suggestiva particolarità del film decisamente più significativa. L'ambiente circostante ripreso dall'obiettivo dona allo spettatore le aspettative migliori ma il "sentore" di una trama incompiuta, da cui trarne le solite legittime e personali riflessioni, si fa, ed è a ogni modo progressivamente sempre più presente. Da ogni sfaccettatura lo si guardi o critichi è indubbiamente un convenzionale film rarefatto, ecco il più grosso errore del regista. Non ci sono risposte ma solo domande che si uniscono ad un incertezza filosofica non metaforica. E poi? Dopo una durata eccessiva per degli esiti presi non in esame e tempi morti sparsi qua e là il film improvvisamente finisce. 

 

3/10

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