Regia di Lucky McKee vedi scheda film
May cresce con problemi di strabismo, in compagnia di una bambola dallo sguardo inquietante. Ormai adulta lavora in un ambulatorio veterinario ove compie strane operazioni sugli animali, e da sola si cuce i vestiti e parla con la sua bambola. A un certo punto conosce Adam, un bel giovanotto che, dopo i primi approcci, si allontana quando capisce che lei non ha tutte le rotelle a posto. La reazione di May supera ogni immaginazione.
Con questo film d’esordio, il regista Lucky McKee rivela il suo talento per il macabro, creando un vero e proprio microcosmo folle in cui pullulano stramberie e (soprattutto) incursioni sanguinose di ogni tipo. L’esistenza malata della protagonista trasuda un disagio palpabile che si appiccica alla pelle, mentre racconta di animali ricuciti male che perdono budella o si accinge a riattaccare la zampa amputata di un cane. I suoi tentativi di razionalizzare il mondo esterno, e di cercare l’amore che lei, come tutti, sogna, appaiono per questi motivi patetici e fallimentari, mentre ella stessa diventa il simbolo di tutti coloro che, imprigionati dalla propria timidezza e mancanza di esperienza vissuta, si buttano in un mondo complesso senza la capacità di metabolizzarlo. Disturbante, splatter al punto giusto, e non privo di significati esistenziali, May è un piccolo gioiellino horror di rimarchevole efficacia.
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