Regia di Kimo Stamboel vedi scheda film
Primo zombie movie originale indonesiano targato Netflix, che conferma la propria strategia, soprattutto dopo il successo delle pellicole coreane, di aprire il proprio catalogo soprattutto al cinema di genere asiatico, con racconti che uniscono la tradizione locale a un linguaggio comunque molto (troppo?) internazionale, The Elixir ha tutto ciò che ci si aspetta da una pellicola del genere ma anche un paio (!) di limiti piuttosto evidenti che impediscono di elevarlo a qualcosa di più di qualche effetto gore riuscito firmato dalla coppia Astrid Sambudiono & Albasirun Ucok.

Sottospecie di soap opera cannibale diretto da Kimo Stamboel e da lui sceneggiato insieme ad Agasyah Karim & Khalid Kashogi, The Elixir è l’ennesimo zombie movie che non ha nulla (di nuovo) da dire: abbiamo il solito gruppo corale di protagonisti, questa volta una famiglia benestante divisa da rancori e dalla prospettiva di ulteriori guadagni grazie a una nuova ricetta miracolosa (e dai catastrofici effetti collaterali), abbiamo poi degli zombi tarantolati di nuova generazione, che sprizzano sangue dalla bocca e che corrono all’impazzata, abbiamo i verdi pascoli indonesiani (quasi) da cartolina e il solito bambino antipatico da salvare (perché chi salva una vita, salva il mondo), il tutto infarcito dal solito e immancabile politically correct talmente invadente (e imbarazzante) da risultare quasi parodistico.
A peggiorare ulteriormente il quadro, una regia amorfa e una messa in scena didascalica, priva di un minimo di ispirazione, alla profondità psicologica praticamente inconsistente di personaggi stereotipati viene invece lasciato ampio spazio a un’azione frenetica ma ormai vista già centinaia di volte mentre il messaggio simbolico risulta poco sviluppato e incisivo, perdendosi in un’orda di (zombie) banalità e senza che ci sia c’è niente che possa sorprendere.

The Elixir è uno zombie movie uscito con (almeno) vent’anni di ritardo, con una regia piatta ed è fin troppo evidente che si sono concentrati più sugli effetti speciali che non sulla scrittura dei protagonisti ma, per quanto una scelta comprensibile, rende piuttosto difficile prendere la pellicola troppo sul serio.
Si fosse deciso per una parodia, sul modello de L’alba dei Morti dementi di Edgar Wright, ad esempio, dato il tipo (e la profondità) di scrittura forse avrebbe avuto più senso.
VOTO: 4,5
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