Trama
Quando Anna aveva quattordici anni, suo padre Toni – professore di Scienze Politiche a Padova e figura di spicco del movimento degli anni Settanta – fu arrestato con l’accusa di essere il capo occulto del terrorismo italiano. Prosciolto anni dopo, trascorse quattro anni in carcere e quindici in esilio, diventando un pensatore di fama mondiale. Per Anna, quella vicenda è rimasta una ferita mai chiusa.
In Toni, mio padre, Anna Negri intreccia il presente veneziano – gli ultimi mesi di vita di Toni, colto nel suo ultimo viaggio nella città della figlia – con interviste, filmini familiari, Super8 e materiali d’archivio, componendo un corpo a corpo intimo e politico. Il film è allo stesso tempo un ritratto paterno e un dialogo intergenerazionale, in cui l’esperienza privata si confonde con la Storia ufficiale, evocando i traumi di due generazioni e le domande ancora aperte sull’eredità delle lotte, sull’eticità della violenza e sul rapporto tra ideologia e vita.
Ne nasce un’opera personale e universale, che scioglie i nodi di una relazione rimasta incompiuta, ma anche un dispositivo di memoria collettiva: il racconto di un padre, di una figlia e di un Paese.
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