Trama
Con il film Scarlet, il regista giapponese Mamoru Hosoda (nominato all’Oscar per Mirai e già noto per titoli come Belle e The Boy and the Beast) realizza la sua opera forse più ambiziosa, un adattamento libero e visionario di Amleto, filtrato attraverso l’estetica e i codici dell’animazione giapponese contemporanea.
La protagonista del film è Scarlet, una giovane principessa che assiste all’omicidio del padre per mano dello zio Claudius. Animata da un desiderio incrollabile di vendetta, tenta di riportare l’ordine nel suo regno ma viene avvelenata prima di poter agire. La sua coscienza si risveglia in una dimensione altra, un aldilà sconfinato e surreale governato da un’entità draconica, dove le anime erranti vagano in attesa di accedere all’eternità.
In questo purgatorio popolato da esseri disorientati e frammenti di memoria, Scarlet incontra Hijiri, un infermiere proveniente da un futuro tecnologico, anche lui intrappolato tra la vita e la morte. La loro alleanza li spinge a sfidare le regole di quel mondo e a confrontarsi con il significato più profondo del dolore, della vendetta e della redenzione. Intanto, nel mondo dei vivi, la lotta per il potere continua, e il legame tra le due dimensioni si fa sempre più instabile.
Realizzato con una combinazione di tecniche 2D e 3D, il film Scarlet si distingue per la complessità del suo impianto visivo e per una narrazione che alterna sequenze d’azione, riflessioni filosofiche e momenti sospesi. Le tematiche classiche dell’opera shakespeariana (l’usurpazione, la follia, il dubbio morale) si intrecciano con elementi propri del linguaggio anime: mondi paralleli, personaggi simbolici, viaggi interiori.
Hosoda firma così un film che esplora la natura distruttiva del desiderio di vendetta, ma anche il potenziale trasformativo della cura, della connessione umana e del perdono. Scarlet si presenta come un fantasy epico dal tono cupo e adulto, che riflette sull’identità e sul senso della perdita attraverso una protagonista sospesa tra mito e memoria.
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