Trama
Germania, settembre 2014. Un campo profughi siriano è stato aperto alla periferia di Berlino. All'artista visivo e regista Ammar Al Beik è stato assegnato un cubicolo per un periodo di sette mesi e, per sopravvivere, deve filmare, documentare e ribellarsi alle condizioni di vita in esilio, ma anche alle regole stabilite da documentari e lungometraggi. La fotocamera del suo telefono è sempre accesa e Al Beik trasforma la sua minuscola stanza e l'intero squallido complesso in un universo con leggi proprie.
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