Trama
Presentato alla Quinzaine 2025, il film Yes permette a Nadav Lapid di abbandonare la furia esplicita di Ahed’s Knee per raccontare la sottomissione come nuova forma di verità. Il protagonista del film Yes è Y., un musicista idealista che cerca successo e riconoscimento tra i potenti, offrendo loro la propria arte come strumento di propaganda, fino a comporre un inno patriottico mentre Gaza brucia sullo sfondo.
Sulle orme di una commedia musicale distorta, il film Yes segue il percorso di un artista che, dopo aver urlato “no” al mondo, sceglie di dire “sì” per sopravvivere, accettare, compiacere. In una società in cui l’ambiguità è scomparsa e l’arte viene arruolata per sostenere il sistema, Lapid costruisce una “tragedia musicale” dove la danza, la voce e il corpo diventano i soli strumenti rimasti per esprimere ciò che le parole non possono più dire.
Girato tra Israele e Cipro in un contesto segnato da guerra e tensione, il film Yes è anche un gesto di cinema estremo: per girare alcune scene con Gaza sullo sfondo, la troupe ha lavorato in una zona militare sorvegliata, con vere esplosioni udibili in presa diretta. Lapid mescola simbolismo e surrealtà, satira feroce e malinconia, citando George Grosz, Jackson Pollock, Elvis Presley e i videoclip militari post-7 ottobre, per un’opera che è al tempo stesso farsa, elegia e condanna.
Interpretato dal performer radicale Ariel Bronz, accanto a Efrat Dor e Naama Preis, Yes è un film che rifiuta ogni consolazione e racconta, attraverso l’umiliazione e il canto, la crisi dell’artista nel mondo contemporaneo. Come afferma lo stesso Lapid: “Y. è il mio primo personaggio che accetta tutto. È passivo, sottomesso. Ma danza e canta per non morire. È il solo modo che ha per dire ancora qualcosa”.
Yes è un film che attraversa la propaganda, l’arte, l’identità e la vergogna, per interrogare ciò che resta della libertà di creare.
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