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Trama

Nel 1949, George Orwell consegna al mondo il suo romanzo più noto e inquietante: 1984. Il film Orwell: 2+2=5, diretto da Raoul Peck e presentato a Cannes 2025, ripercorre gli ultimi mesi di vita dello scrittore e il lascito di un’opera che ha ridefinito il nostro modo di pensare la politica, la verità e il potere.

Attraverso un intreccio di immagini d’archivio, adattamenti cinematografici del romanzo e materiali visivi del XXI secolo, Peck analizza concetti come il “doppio pensiero”, il “crimine di pensiero”, la “neolingua” e la figura onnipresente del Grande Fratello. Il risultato è un’indagine acuta e necessaria sulle derive del nostro tempo, che dimostra quanto la visione di Orwell risuoni oggi con forza ancora maggiore.

Il film Orwell: 2+2=5 è un documentario che non si limita a raccontare la vita di uno scrittore, ma interroga il presente. In un’epoca di sorveglianza algoritmica, notizie manipolate e democrazie fragili, il pensiero orwelliano diventa una chiave per leggere il mondo in cui viviamo. Raoul Peck ci guida in questo viaggio con lo sguardo tagliente che già ha segnato lavori come I Am Not Your Negro. Qui, però, lo sguardo si fa ancora più diretto, quasi intimo, nel confronto tra mito e uomo, tra parole scritte e fatti vissuti.

Non c’è intento celebrativo, né giudizio definitivo: Orwell viene presentato come figura complessa, spesso contraddittoria, ma profondamente lucida. Un autore che ha saputo dare un nome e un volto alle ansie politiche di ieri e di oggi.

Raoul Peck ha raccontato che quando, nel 2022, Universal Pictures gli offrì i diritti sull’opera completa di Orwell, la prima domanda che si pose fu: "Perché Orwell? Perché proprio adesso?" La risposta, dice, è arrivata da sé. A suo avviso, Orwell aveva già visto tutto. Aveva analizzato tutto. Aveva messo in guardia tutti noi. Eppure, il fatto che oggi tutti vogliano rivendicarne il pensiero - dalla destra estrema ai nostalgici della sinistra - gli sembrava quasi ironico. Questo paradosso, ha spiegato Peck, lo ha spinto a scavare più a fondo.

Ciò che ne è emerso è il ritratto di un uomo difficile da incasellare: un visionario anarchico, un reporter con il cuore tenero, uno scrittore capace di smascherare i meccanismi del potere con la precisione di un chirurgo. Così come viene reso dal film Orwell: 2+2=5.

Il regista ha anche evidenziato come molte delle parole coniate da Orwell - Big Brother, newspeak, memory hole, thoughtcrime - siano ormai parte del nostro lessico quotidiano. Eppure, proprio oggi rischiamo di non capirle più davvero. “Viviamo in un tempo”, ha concluso Peck, “in cui è davvero possibile che 2+2 faccia 5. Per questo, era il momento giusto per il film Orwell: 2+2=5

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