Regia di Isabel Coixet vedi scheda film
Tre ciotole (2025): locandina
AL CINEMA
Trascorsi sette anni di regolare relazione, dopo essersi conosciuti per caso in un tipico ristorante da asporto romano, Marta e Antonio si separano. La decisione parte da Antonio, dopo una serata trascorsa tra amici in cui la compagna si dimostra inerte, come distaccata, insofferente, apatica verso un mondo che invece ben aggrada al suo compagno.
Tale è la scintilla, da far compromettere il duraturo legame.
E se Marta continua il suo lavoro di sensibile insegnante di educazione fisica, Antonio, laureato in economia e commercio, ma da sempre interessato al mondo della cucina, si concentra sulla sua professione di cuoco apprezzato, preservando un certo rimpianto misto a senso di colpa per aver incoraggiato quella dolorosa, forse pur frettolosa separazione.
Quando Marta perde l'appetito e accusa di soffrire di disturbi allo stomaco, la donna si avvede dopo un po' che tutto ciò non sia causato dai postumi di un dolore derivante dalla separazione. Sottopostasi ad accertamenti, riceverà una diagnosi preoccupante, che non le lascerà molte speranze.
Tre ciotole (2025): Alba Rohrwacher
Tre ciotole (2025): Elio Germano
Nella tragica situazione, tra gli alti e bassi di una cura che subìto illude verso possibili soluzioni, ma poi amareggia, Marta riuscirà almeno, nell' affrontare la malattia, a riscoprire il sapore più genuino della vita attraverso piccole, costanti, deliberate azioni quotidiane. Giornate di solitudine, trascorse a dialogare con un poster a dimensioni reali di una rock star coreana, il paese ove ella sogna di recarsi da sempre, ma anche a valutare con lucidità i tratti salienti della propria esistenza, imparando a lasciarsi alle spalle malizie, rancori, sentimenti di vendetta, ed ostentando una positività che nemmeno si era mai illusa di poter possedere.
Per poter più appieno apprezzare le potenzialità di questa struggente storia d'amore e di coppia, che la regista spagnola molto attiva e versatile Isabel Coixet ha diretto con i fondi di una coproduzione Italo-spagnola, probabilmente è meglio non aver letto (come nel caso di chi scrive), l'omonimo romanzo ultimo di Michela Murgia, pubblicato poco tempo prima della sua scomparsa, è con riferimenti alla malattia tragicamente autobiografici.
Se infatti il libro della celebre, apprezzata scrittrice sarda si snoda attraverso dodici storie intrecciate che ruotano attorno a tematiche come la malattia, la fine di una relazione e la genitorialità, nel film della Coixet la storia è una sola, inerente la fine di un rapporto di coppia e la malattia che devasta, ma guarisce da certi preconcetti e modi di essere.
E anche il titolo che accomuna le due differenti opere, se nel caso del romanzo si riferisce a un rituale simbolico delle "tre ciotole" usato per disciplinare le quantità di cibo, trasformandosi in una sorta di metafora utile a gestire le proprie emozioni e il poco tempo che resta durante quei periodi difficili, nel film invece si trasforma in un gesto d'impulso effettuato la sera della fine della relazione, rimanendo la presenza dei tre oggetti in sottofondo, pur sempre presente, nel prosieguo della singola drammatica vicenda.
Tre ciotole (2025): Sarita Choudhury, Alba Rohrwacher
Tre ciotole (2025): Alba Rohrwacher
Facendo confronti con l'opera originale, probabilmente il film delude e risulta incompleto.
Visto nella sua singolarità, dell'opera si apprezza in particolare la potente alchimia di coppia che si crea tra i due attori, Alba Rorhwacher e Elio Germano, per la seconda volta impegnati assieme dopo la felice esperienza con Gianni Zanasi nel film Troppa grazia del 2018, ed entrambi magnifici, magnetici, credibili, autentici, in grado di rappresentare le drammatiche fasi di una fine di relazione, risultando credibili, veritieri, lucidi e mai lacrimevoli o inutilmente ricattatori.
Un carisma ed un affiatamento perfetti si crea tra i due splendidi attori, che hanno la meglio su ogni altra fragilità che l'opera qua e là finisce per evidenziare.
La dimensione registica di una regista spagnola, ma di fatto cosmopolita, cittadina del mondo, piuttosto avvezza ad affrontare set in luoghi ben lontani dalla propria origine, rende Tre ciotole un film di più ampio respiro, meno provinciale di quanto sarebbe probabilmente risultato sotto la direzione di un qualsivoglia anche ben motivato e talentuoso regista italiano.
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