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Silent City Driver

Regia di Sengedorj Janchivdorj vedi scheda film

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La recensione su Silent City Driver

di alan smithee
8 stelle

locandina

Silent City Driver (2024): locandina

27 FEFF - CONCORSO

Myagmar è un giovane tenebroso e taciturno che sopraggiunge in una cittadina della Mongolia ai limiti di un deserto e trova come lavoro quello di aiutante e poi autista presso una agenzia di pompe funebri, continuando a esercitare l'arte dello scolpire pietre, appreso in prigione. In quel posto ha scontato 14 anni di detenzione per un omicidio, episodio che lo ha segnato profondamente assieme alla morte della madre e agli abusi sessuali patiti in carcere.

Il lavoro di addetto al trasporto di salme pare placarlo dal dissidio interiore, e anche l'accudire decine di cani randagi gli allevia dolori che provengono dalla coscienza, più che dal grave disturbo fisico che lo vede patire una cronica insufficienza renale.

scena

Silent City Driver (2024): scena

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Silent City Driver (2024): scena

L'incontro con una bella vicina di casa, a lungo spiata mentre riaccompagna il padre cieco a casa e poi fugge dalla finestra per andare a prostituirsi, lo riporta ad accusare sensi di colpa che il giovane tenta di combattere seguendo a, convinto di poterla proteggere.

Ma La corruzione cittadina mina l'esistenza della bella giovane, di nome Saruul, inducendo la ad un atto disperato che indurra Myagmar a reagire.

Per la regia abile e colma di suggestioni visive - complici paesaggi inconsueti di una bellezza quasi vergine per la ripresa cinematografica - a cura di Janchivdorj Sengedorj, Silent City Driver non si accanisce sulle spiegazioni o sul mostrare le conseguenze dei gesti, ma si sofferma sulla suggestione del momento e sulla sofferenze interiore di un protagonista in cerca di perenne espiazione.

scena

Silent City Driver (2024): scena

scena

Silent City Driver (2024): scena

Il regista si avvale di due protagonisti così belli e fotogenici che paiono usciti da un set di Dolce e Gabbana, ma che restano verosimili anche con la loro perfezione fisica a dir poco superiore.

Tuvshinbayar Amartuvshin è il torvo ed affascinante Myagmar, mentre Narantsetseg Ganbaatar è la sfuggente e sarcastica Saruul.

Due angeli mancati, nonostante una certa maledetta predisposizione che li accomuna, costretti invece ad una dannazione inesorabile che non li vede mai al riparo nonostante l'impegno profuso ad emergere da uno squallore dilagante per fuggire assieme.

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