Regia di Xi Huang vedi scheda film
Daughter's Daughter (2024): locandina
27 FEFF - CONCORSO - GELSO D'ORO ALLA CARRIERA A SYLVIA CHANG
La sessantenne Ai-xia si gode un momento di tranquillità dopo una giovinezza fatta di fughe da Taipei agli Usa, gravidanze non desiderate ancora minorenne, ritorni in patria, matrimonio, una figlia secondogenita dai modi mascolini e tutta intemperanze e problematiche da gestire, divorzio e via andare.
Ora, a parte gestire le follie di una figlia ribelle che cento ne pensa ed una ne fa, ed accompagnare la madre verso una fase finale caratterizzata da ischemia e demenza senile, la donna parrebbe aver raggiunto un equilibrio, al punto da essersi anche ricongiunta con la figlia primogenita, ora stabile negli Usa, grazie ai contatti mantenuti da sua madre, nonna della ragazza. Il dramma si abbatte potente sulla vita della donna quando un incidente d'auto in America uccide la secondogenita e la sua compagna.
Daughter's Daughter (2024): scena
Peraltro entrambe stavano ultimando la pratica di congelamento degli embrioni, e proprio uno, quello di sua figlia, risulta aver attecchito ed essere pronto per la fecondazione, a questo punto effettuabile solo tramite un affitto di utero.
Ai-xia, con l'occasione ritrovatasi tutore dell'embrione fertile, dovrà vincere dolore e reticenze per effettuarne una scelta che le pare impossibile intraprendere, tra dolore e rimorsi nei riguardi di una figlia con cui non è mai riuscita a stabilire un contatto di affetti regolare e consono.
Daughter's Daughter (2024): scena
Daughter's Daughter (2024): scena
L'opera seconda di Huang Xi, ben diretta ma soffocata talvolta da una sceneggiatura che procede per accumuli senza risparmiarsi dettagli apparentemente superflui capaci solo di apportare inutili prolissità ad una vicenda invece piuttosto empatica e toccante, permette alla grande e versatile attrice, sceneggiatrice e regista Sylvia Chang, davvero strepitosa, di appropriarsi di un ruolo da mattatrice molto consono al premio celebrativo, meritato ed opportuno, che il Far East Festival numero 27 ha scelto di concedere, a suggello di una carriera costellata di titoli di rilievo e di ruoli che le hanno permesso di arrivare allo status di star del cinema taiwanese e dell'Est in generale, corteggiata dai più grandi cineasti dell'ultimo quarantennio.
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