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Bye Bye Tiberias

Regia di Lina Soualem vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Bye Bye Tiberias

di obyone
8 stelle

 

scena

Bye Bye Tiberias (2023): scena

 

Lina Soualem ha il cinema nel DNA. Non poteva essere diversamente. La famiglia a cui appartiene è, infatti, composta da attori. Lina è figlia di Hiam Abbas, nota attrice palestinese, protagonista di film importanti come "Il giardino di limoni" e "La sposa siriana" di Eran Riklis o "L'ospite inatteso" di Tom McCarthy. Abbas lasciò il villaggio palestinese in cui abitava, sul finire degli anni Ottanta, per seguire il sogno di diventare attrice. Finì in Francia dove più tardi sposò in seconde nozze l'attore Zinedine Soualem che forse qualcuno ricorderà in "Ognuno cerca il suo gatto". Di Cédric Klapisch, suo regista prediletto, ha interpretato una quindicina di film, compreso "I colori del tempo" in uscita nelle sale italiane nei prossimi giorni. In sostanza Zinedine ha recitato in tutti i lavori del regista francese, spesso in piccole parti.

Oltre ai due genitori, Lina Soualem condivide la passione per il cinema con la sorella Mouna, anch'essa attrice. La vedremo prossimamente in "Grand Ciel" di Akihiro Hata. Qualcuno, invece, la ricorderà in "La notte del 12" di Dominik Moll, passato di qua un paio di stagioni fa.

Lina Soualem, tuttavia, sembra avere altri progetti rispetto al resto della famiglia e soprattutto altre attitudini. Il suo curriculum mette in luce una maggior propensione per la scrittura e per la regia. 

"Bye Bye Tiberias" è la sua seconda prova dietro la macchina da presa ed è stato presentato in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia del 2023 grazie alle Giornate degli Autori. 

"Bye Bye Tiberias" è un bellissimo documentario che ha per protagonista le donne di famiglia. C'è una foto attaccata al muro che le ritrae tutte insieme raccontando quattro generazioni e quattro storie personali che si intrecciano con la travagliata situazione palestinese.

Tramite le fotografie gelosamente custodite nelle "memory box" di famiglia, gli aneddoti della madre Hiam ed i filmati girati durante le vacanze estive della famiglia Soualem nei primi anni '90, Lina inizia il suo percorso nelle radici della famiglia e del suo popolo. E lo inizia dalla bisnonna Um Ali costretta a scappare dal lago di Tiberiade nel 1948 con lo scoppio della guerra e l'inizio della Nakba che decretò la fine della diaspora ebraica e l'inizio di quella palestine. Um Ali ed il marito peregrinarono da un campo all'altro prima di trovare un posto dove vivere in territorio palestinese. Molti altri ebbero minor fortuna finendo nei campi profughi di Libano e Siria. In Siria finì la figlia di Um Ali, Johayna, che poté rivedere la madre solo trent'anni più tardi, rientrata illegalmente in territorio palestinese a causa del divieto israeliano di attraversamento dei confini.

Le memorie dell'incontro tra la genitrice Um Ali e le figlie Johayna e Nemat, quest'ultima madre di Hiam e nonna di Lina, sono raccontate dall'attrice in uno dei momenti più autentici e toccanti della narrazione. 

 

scena

Bye Bye Tiberias (2023): scena

 

Successivamente la regista racconta la gioventù della nonna Nemat, ragazzina brillante e studiosa mandata in collegio a Gerusalemme per diventare maestra. Anche per lei le successive fasi della guerra israelo-palestinese decretarono la fine di un sogno o quanto meno una sua tardiva realizzazione. Nemat diventò comunque insegnante negli anni successivi ma in un contesto diverso. L'ultima parte della narrazione appartiene ad Hiam. La figlia racconta la sua cocciutaggine, il desiderio di scappare dalla Palestina, le nozze complicate con un inglese, l'amore per la fotografia ed il teatro, i dissapori creati in famiglia a causa della sua scelta di vita.

I filmini delle vacanze raccontano un luogo incantato, il lago delle origini e della fanciullezza della piccola Lina. Un lago che fu motivo di scontro e causa dell'allontanamento della popolazione palestinese, dispersa tra la polverosa terra del deserto in lunghe carovane di sfollati. Gli echi del passato si intrecciano con quelli del presente in una narrazione sobria che non urla vendetta, e restituisce momenti di dignità pubblica e privata. Soualem fa rivivere le donne della famiglia. Ripercorre una strada lunga ottant'anni per riconnettersi con le proprie origini, con una lingua che conosce solo in forma orale e  con un archetipo famigliare/culturale che non le è proprio. Troppo lontana è, infatti, la Francia, il luogo in cui è nata e cresciuta, rispetto al paese degli avi.

Lina Soualem si prende le vite degli altri e le imprime nella memoria affinché il tempo non le cancelli in un battito di ciglia.

Il documentario della giovane cineasta riconcilia madri e figlie, elebora lutti e riduce la distanza. Non ultimo, riavvicina i superstiti della vita, chiamati a tramandare la memoria di persone che hanno lasciato vuota la propria casa.

"Bye Bye Tiberias" è un film di rimpianti, amore e tenerezza in cui non mancano situazioni divertenti, allusioni piccanti e battute esilaranti tra Nemat e le figlie.

Alla giovane Lina, infine, spetta la quarta e ultima parte. Una sottotraccia più che altro, ovviamente incompleta, in cui la bimba alimenta i momenti di una serenità familiare finalmente ritrovata. Un'opera fanciullesca di purificazione del passato attraverso il filtro amorevole del cinema. (V.o.s.)

 

Arte

 

scena

Bye Bye Tiberias (2023): scena

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