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Superman

Regia di James Gunn vedi scheda film

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La recensione su Superman

di Marco Poggi
7 stelle

Superman sventa un complotto dell'arci-nemico Lex Luthor per screditarlo agli occhi del mondo intero, ponendo fine a una guerra simile a quella arabo-israeliana, aiutato da Lois Lane, Krypto il super-cane e da altri suoi superamici della Lega della Giustizia. James Gunn propone un Superman più solare e vulnerabile del solito, un fumettone.

Superman sventa un complotto dell'arci-nemico Lex Luthor (un Nicholas Hoult cattivo al massimo, che non cerca in nessun modo d'essere simpatico, ai nostri occhi, come facevano Gene Hackman e Kevin Spacey, con le loro versioni del supercriminale umano di Metropolis, ma di voler la fine di quello che considera esclusvamente un alieno invasore),  per screditarlo agli occhi del mondo intero, ponendo fine a una guerra simile a quella arabo-israeliana,  aiutato da Lois Lane (mai vittima e/o bisognosa d'aiuto, semmai, il contrario), Krypto il super-cane (questo, di Gunn, è il primo film e/o serial in live action dedicato a quello che, sopratttutto negli anni di Superboy, per Clark Kent non è che una specie di Dino dei Flintstones, o di commissario Rex per l'ispettore Moser, o di un Rin Tin Tin, per il piccolo caporale Rusty, dei noti telefilm vintage)  e da altri suoi superamici della Lega della Giustizia (quelli più vicini alla versione cartoonesca degli anni'70, di Hanna & Barbera - anche se Lanterna Verde è Guy Gardner e non Hal Jordan, Hawkgirl non ha il solito compagno maschile con le ali, perché non è compreso nel film, e Mister Terrific non è certo il Batman scienziato che mi ricordo, però fa lo scienziato del super-gruppo, un ruolo che, di solito ricopre Batman, che qui non c'è -). James Gunn propone un Superman più solare e vulnerabile del solito (addio opaco clone di Christopher Reeve, della versione Bryan Singer, goodbye musone pessimista, che sembra uscito da una puntata dark di "X-FILES", della premiata ditta Zack Snyder/Henry Cavill), un fumettone dai colori vivaci e sgargianti (era ora, dopo tante tenebre imposte per anni, da Zack Snyder) in cui riesce a essere polemico parlando apertamente di conflitti bellici ultra-decennali  e dell'ambiente che forgia il carattere del supereroe (la vita di un Clark Kent cresciuto da due contadini del Kansas, che qui sembrano la fotocopia della classica versione di Ben e May Paker dell'Uomo Ragno, quella di Sam Raimi e Marc Webb), non la propria origine aliena (Jor-El e Lara vengono trattati peggio di Ego, il pianeta vivente, de "GUARDIANI DELLA GALASSIA VOLUME 2"). Attori adeguati (David Corenswet, faccia da Luca Argentero senza barba caratteristica, è più Superman, che Clark Kent, ma la pagnotta la porta a casa, Rachel Brosnanhan è una Lois Lane che aiuta e viene aiutata da altri supereroi, ma mai da Superman, che passa spesso momenti difficili - peccato che la giornalista venga dimenticata proprio nell'ultima parte, in un'astronave coi colleghi del "Daily Planet" e che il film non verta  quasimai sul rapporto romantico Lois/Clark -), ma non super-divi (a parte Bradley Cooper, neo-Jor-El, nemmeno i Kent sono attori di richiamo, ma semplici caratteristi). James Gunn gira uno dei suoi super-film, è innegabile, dimostrando d'aver compreso appieno la tecnica del Marvel/Disney e di rifarla alla Superman. Il regista non ha voluto fare una storia di origini, mostrando il supereroe già in attività da tre anni, per le stesse ragioni che si è voluto omettere il morso del ragno radioattivo, nei purtroppo modesti film del ragno di Tom Holland (ammettiamolo, ancora adesso sono i film di Sam Raimi a dettare legge, gli altri sono tutti obsoleti, o troppo mediocri, rispetto a quelli di Sam). Per lui sono diventati obsolete, nei film, anche la scena della morte degli Wayne, di Batman (solo Adam West, negli arcaici anni'60, non ce la mostrò mai, nei suoi colorati e carnevalschi telefilm sul cavaliere non oscuro di una Gotham city di cartone)  e la distruzione del pianeta Krypton, con infanzia e giovinezza  del piccolo Kal-El dai Kent, inclusa. C'è chi paragona questo film a quelli di Raimi, sull'Uomo Ragno, ma quelli erano vecchio stampo e  non includevano mai camei di tanti altri supereroi, inoltre, benché essere rispettosi dei fumetti da cui venivano trasposti (quelli di di Stan Lee/Steve Diko/John Romita), con strizzate d'occhio anche alle ragno serie a  cartoons, erano molto debitori dei Superman cinematogtrafici, con Christpher Reeve (soprattutto il 2 e 3). James Gunn la vede come me circa le origini di Superman, sono state raccontate troppe volte e nei dettagli, tanto che la parte che ho sempre preferito di "SUPERMAN, IL FILM" è la terza, quella che racconta lo scontro fra il Superman di Christopher Reeve contro il Lex Luthor di Gene Hackman (noiose la distruzione del pianeta Krypton e l'adolescenza di Clark Kent, a casa Kent, sembravano due film extra e presentati da un Marlon Brando che si fece pagare oro, per recitare alla Shakespeare la parte di un fittizio scienziato alieno, che spiegava a Superman come fare Superman), che comincia quasi dopo 50 minuti dalla prima scena (scusami Richard Donner, ammetto che hai fatto un lavorone e che farti licenziare prima del secondo film, che stavi completando, è stata una pessima idea, ma ho sempre prediletto di più "SUPERMAN 2"  in qualunque delle due versioni esistenti, proprio perché non c'è  più la pesantezza delle origini da raccontare).  James Gunn, nel suo film, prova a far divertire, divertendosi e non dimenticandosi che Superman è un supereroe solare, nonostate tutto. Si è basato sulla versione a fumetti, ha preferito alleggerire Superman di pesanti fardelli, che esistevano fin da "SMALLVILLE" (la serie TV d'inizio millennio che proponeva un Superman che non voleva essere Superman e non indossava mai il mantello e il costume), forse poteva dare più spazio a Lois Lane nell'ultima parte, ma qui non ci sono neanche molte scene col Clark Kent occhialuto. Assenza di scene rallentate, solo primi piani stravaganti, di David Corenswet in volo, che non disdegna persino di combattere psudo-Godzilla mandati dal Luthor di Hoult. Promosso, con riserva, perché apre un nuovo ciclo di film DC Comics.      
 

 

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