Regia di Ellen Kuras vedi scheda film
Kate Winslet porta sullo schermo la storia di Lee Miller, donna che sfidò i ruoli imposti dalla società. Da modella di successo si reinventò come corrispondente di guerra, seguendo le truppe alleate e documentando gli orrori del nazismo. Un lavoro rimasto a lungo nell’ombra, fino a quando il figlio, dopo la sua morte, ne scoprì gli archivi nascosti in soffitta.
Per Kate Winslet, Lee non è stato soltanto un film, ma un vero e proprio capitolo di vita. L’attrice ha raccontato come l’esperienza sia stata radicalmente diversa da qualsiasi altro ruolo interpretato in carriera: non solo recitare, ma vivere ogni fase della realizzazione, dalla recitazione alla produzione, fino al più piccolo dettaglio. Una sfida che Winslet ha percepito come un dovere e una missione, portata avanti con una dedizione totale. L'attrice vede in Lee Miller una figura straordinariamente attuale. Fotografa, modella e corrispondente di guerra, Miller dovette affrontare critiche feroci e resistere restando fedele a se stessa. La sua idea di femminilità non era quella convenzionale: potere, compassione e coraggio, in un’epoca che chiedeva alle donne di rimanere al loro posto.
Per Winslet la sua storia parla al presente. Dopo il #MeToo ascoltiamo le voci femminili con orecchie diverse e le donne si sostengono a vicenda come non accadeva prima. Miller, ottant’anni fa, anticipava questa rivoluzione: ridefiniva il ruolo delle donne e mostrava che si poteva agire con integrità, forza e umanità. Il suo esempio oggi resta vivo e necessario. Coraggiosa, audace, determinata, Miller continua a indicare una strada: quella di chi non teme di dare voce a chi non ce l’ha.
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