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Annem

Regia di Mustafa Kotan vedi scheda film

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La recensione su Annem

di nibacco
8 stelle

In un piccolo villaggio turco, immerso in un contesto rurale e segnato dalla povertà, la giovane Azli cresce tra due realtà affettive opposte. Il padre, emotivamente distante, non le offre mai una carezza, incarnando una figura patriarcale tipica di certe tradizioni culturali. La madre, al contrario, è una presenza calda e amorevole, che le instilla sin da piccola l’importanza dell’istruzione come via per l’emancipazione. Contro il volere del marito, la madre lotta con determinazione per garantire ad Azli l’accesso alla scuola, sfidando le convenzioni sociali di un ambiente conservatore. Durante l’adolescenza, Azli eccelle negli studi, ma la sua felicità è offuscata da conflitti interiori: il distacco del padre le provoca un dolore profondo, mentre l’amore possessivo e i modi semplici della madre, radicati nella cultura rurale, le causano imbarazzo e vergogna. Superati brillantemente gli esami per accedere alll’università, Azli lascia il villaggio per trasferirsi a Istanbul, una metropoli vibrante che rappresenta un netto contrasto con la sua infanzia. Qui la sua vita cambia radicalmente: si laurea, diventa maestra e trova l’amore della sua vita, vivendo un periodo felice, destinato però, a essere interrotto.

 

Diretto con bravura da Mustafa Kotan, Annem è un ritratto intimo e potente di due donne unite da un legame complesso. La madre, figura quasi archetipica, incarna il sacrificio estremo, annullandosi per il futuro della figlia. Azli, d’altra parte, rappresenta una generazione in bilico tra tradizione e modernità, incapace, almeno inizialmente, di cogliere la profondità di quell’amore incondizionato. Il conflitto generazionale tra le due sfocia in una separazione fatta di silenzi, incomprensioni e vergogna. Solo con il tempo Azli riuscirà ad apprezzare pienamente quell’amore. Torna così nel villaggio, dove ritrova i ricordi d’infanzia, l’affetto sincero della sua migliore amica e, soprattutto, un nuovo legame con la madre, non più percepita come ingombrante. La madre le rivela anche la verità sul padre, scomparso da un po’: un uomo incapace di esprimere affetto, ma dal cuore grande.  Le due donne vivranno momenti intensi ed emozionanti, ma il dramma è dietro l’angolo. Le scene finali, dirette con garbo e sensibilità, toccano profondamente il cuore dello spettatore. La splendida colonna sonora, che intreccia melodie tradizionali turche con sonorità moderne, accompagna ed esalta l’evoluzione emotiva della storia, mentre la straordinaria recitazione delle due protagoniste dà vita a personaggi indimenticabili.

 

Un buon film che rappresenta un esempio brillante del cinema turco contemporaneo, che negli ultimi anni si sta affermando come una voce potente e originale nel panorama internazionale. Forse la critica dovrebbe smettere di inseguire a tutti i costi una presunta “raffinatezza” e valorizzare invece la capacità di queste opere di toccare corde profonde con autenticità e semplicità.

Un’opera intensa e profondamente umana, la cui visione è vivamente consigliata.

 

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