Espandi menu
cerca
Pericolo in agguato

Regia di John Carpenter vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Ted_Bundy1979

Ted_Bundy1979

Iscritto dal 25 dicembre 2023 Vai al suo profilo
  • Seguaci 2
  • Post -
  • Recensioni 199
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Pericolo in agguato

di Ted_Bundy1979
5 stelle

"Espansione" di quella che era già un'idea di Carpenter dal tempo studentesco all'U.S.C., ovvero quel corto "Capitan Voyeur" ritrovato una decina di anni fa, e adattato per la Warner tv ma inizialmente concepito per le sale - e si vede- da una sceneggiatura giovanile dello stesso Carpenter.

Realizzato con una tecnica già sopraffina (ridicolo chi da qualche parte cita De Palma come dotato di tecnica maggiore, e quindi chissà cosa ne avrebbe tratto, con un materiale narrativo di partenza a lui congeniale), così come per l'utilizzo caratteristico della spazialità dello schermo panoramico carpenteria è pur all'interno dell'1;33,1 con cui erano realizzati i lavori per il mezzo televisivo dell'epoca(e si può ben apprezzare al meglio nella versione da BD "espansa" in 16:9 di metà anni 2010), ma purtroppo rivedendolo con maggiore consapevolezza dai 6 anni dall'ultima volta, appare un po' fastidiosa una certa facilità da romanzetto di riviste femminili e che non sta né in cielo né in terra, oltre ad un certo retrosapore di  "servizio", a certe istanze vagamente femministoidi, il tema dello stalkeraggio della protagonista Lauren Hutton, adesso che esso è diventato un reato dallo stesso nome, e presente nel codice penale. Oltre che un metodo garantito e scontato, per intessere carriere e le solite strumentali polemiche politiche.

E non manca pure un personaggio di lesbica ante-litteram come fossimo in una qualsiasi serie Apple o Netflix di adesso, nell'amica della Hutton e collega alla stazione televisiva Adrienne Barbeau, che proprio qui conoscerà Carpenter con cui si sposerà. 

Resta quindi un Carpenter ovviamente "minore",senza grandi consapevolezze e metafore postapocalittiche o meno di disagio della vita e del "sistema-mondo" occidentali, come in altre opere successive, ma che almeno contiene già delle atmosfere e delle inquadrature con quello che si dice un marchio stilistico inconfondibile fotogramma per fotogramma, che è caratteristica unica solamente dei registi più grandi, che poi troveranno una marcia in più con cui potersi esprimere rispetto ad ogni predecessore e quasi ogni epigono, di lì a pochi mesi con "Halloween-La Notte delle streghe". 

Il vero maniaco non viene mai mostrato in volto per tutto il film se non negli ultimissimi minuti-così come aveva iniziato a fare nel mezzo televisivo settantiano sopratutto Spielberg con "Duel", e il suo misterioso camionista "tir-rorista"-, ma poi vediamo trattarsi del grande George Skaff

Proprio il finale dimostra tutto l'ancora alto livello di censura preventiva sulla NBC in quegli anni. Visto che la intera sequenza in modo fortemente voluto debitrice di quella finale con James Stewart e Raymond Burr de "La Finestra sul cortile", viene depotenziata di molto dalla scelta di non mostrare l'arma bianca conficcata nella schiena, e neanche un rivolo di sangue. Belli arredamenti e interni ma con una fotografia e una illuminazione tipicamente innaturale da "studio", che demarca ancora di più lo stacco con i lavori fortemente improntati ad una estetica notturna e tenebrosa unica, con il fidato Dean Cundey. 

Per non parlare della mancanza di una colonna sonora dello stesso Carpenter, che sarebbe stata ben più adatta di quella convenzionalmente di commento del pur "oscarizzato" nei sessanta Harry Sukman, alla storia di ossessione e apparente pure follia(un titolo italiano di messa in onda negli ottanta fu infatti "Procedura ossessiva"), oltre che per l'ambientazione di gelido e geometrico modernismo losangelino dei palazzoni dell'Arkan Tower, dove vive la protagonista Leigh Michael, e il suo misterioso, inafferrabile persecutore. 

David Birney è il solito stoccafisso come in tanti altri film e serie tv famose cui ha preso parte anche da protagonista, si vede in gradimento NBC

Meno male che c'è Charles Cyphers altro attore "feticcio", che nei panni del detective della polizia Gary Hunt, torna nei panni di uno sbirro come nel precedente capolavoro carpenteriano ambientato nella pericolosissima periferia losangelina di Anderson

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati