Regia di Stanley Donen vedi scheda film
Prossimo futuro. L'umanità solca lo spazio interno al sistema solare con veloci astronavi; mentre il nostro mondo soffre per sovraffollamento ed inquinamento, in insediamenti sparsi nei mondi circostanti si conducono ricerche con il fine di trovare soluzioni ai problemi della terra. E' il caso di un piccolo laboratorio installato sulla terza luna di Saturno; qui i ricercatori Adam ed Alex, amanti ed unici umani occupanti il plesso, conducono studi sulle colture idroponiche. Sono raggiunti nell'insediamento da Benson, un ufficiale scienziato inviato per assemblare un robot e dotarlo di un cervello generato artificialmente, utilizzando materiale biologico, con lo scopo di sostituire uno dei due ricercatori. Il robot, Hector, entra in funzione e conclude una rapida fase di apprendimento "leggendo" il cervello di Benson e ricavandone non solo informazioni, ma anche sentimenti ed indole. La situazione precipita rapidamente; Benson è infatti un soggetto dalla mente instabile, ed inoltre si è invaghito di Alex. Per la donna ed il suo compagno inizia una serrata lotta per la sopravvivenza. Il regista statunitense Stanley Doned dirige un'opera di fantascienza al confine con l'horror; dopo Alien e prima di Terminator, è Hector a minacciare l'esistenza di due persone, isolate nello spazio, chiuse nell'ambiente ristretto del laboratorio ed impossibilitate a comunicare con l'esterno, con la forza e la cieca determinazione di macchina, la cui capacità di ragionare è una sorpresa per i suoi stessi creatori, e quella di emozionarsi, un mistero che ben presto si trasforma in incubo. La prima parte del racconto descrive un contesto fosco; l'idillio dei due studiosi ed amanti Adam (Kirk Douglas) ed Alex (Farrah Fawcett), il primo di fatto in fuga da una terra non più ospitale per gli umani, la seconda, più giovane, ignara di cosa potrebbe trovare sul nostro pianeta, è bruscamente interrotto dall'arrivo di Benson (Harvey Keitel), che noi sappiamo essere un assassino. L'ufficiale scienziato, dai modi impersonali, diventa ostile nel momento in cui posa gli occhi su Alex e tenta un approccio, essendo però respinto. Rancore ed istinti omicidi sono trasferiti, pur non volendo, al robot, il quale affronta i tre umani in una sequenza di scontri; uccide Benson e si prepara ad annichilire la volontà dei due superstiti, volendo di fatto invertire le parti e rendere Alex ed Adam suoi servitori. Ma Adam non è disposto a lasciarsi soggiogare; si sacrifica trascinando nella distruzione il robot; Alex, dunque, avrà un futuro. Ma sulla terra, che non conosce e non teme. Il film è caratterizzato da atmosfere claustrofobiche, le quali ben si conciliano con un certo pessimismo di fondo. La qualità della vita sulla terra è molto degradata; si attendono soluzioni da ricercatori sparsi nel sistema solare, ma il procedimento è lento, farraginoso. L'esistenza di entità come Hector, non aiuta. Il robot, infatti, sfugge ben presto al controllo dei suoi creatori; è ipotizzabile che alcuno della sua "specie" possa aiutare l'uomo nel suo percorso di emenda, essendo così facile perderne il controllo. Ne' gli effetti speciali ne' le scenografie sono molto convincenti; il film sembra realizzato in economia. Il robot è però ben immaginato ed animato, ed è più resistente di quanto sembri; gli "occhi" installati al posto della testa, in un corpo per il resto antropomorfo sembrano elementi assai delicati, eppure paiono indistruttibili. La colonna sonora è molto evocativa. Non siamo di certo di fronte ad un'opera memorabile, eppure "Saturn 3" è gradevole. Forse perchè evoca atmosfere già conosciute tra l'altro nell'"Alien" di Ridley Scott, o, per noi spettatori "postumi", anticipa temi intriganti, affrontati compiutamente in seguito - la macchina che si ribella all'uomo, suo creatore - questo film cattura attenzione ed appassiona fino all'epilogo, non propriamente coincidente con un lieto fine. Merita una possibilità.
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